
Alla crescita, in termini di spazi e infrastrutture, dell’Ospedale regionale di Mendrisio, corrisponde un interessante sviluppo dell’offerta.
Dallo scorso mese di marzo, presso l’OBV, è stata avviata un’attività ambulatoriale nel contesto della chirurgia toracica che si occupa di interventi su polmoni e altre grosse formazioni intratoraciche. Gli interventi sono mirati all’asportazione di lesioni tumorali, alla cura dell’enfisema polmonare o alle complicazioni indotte da un trauma al torace. Nell’ambito dell’Ente Ospedaliero Cantonale, la chirurgia toracica svolge la sua attività elettiva complessa presso l’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli. Nondimeno, nell’ottica di concretizzare il concetto di prossimità al paziente, gli specialisti garantiscono una presenza nelle diverse sedi sul territorio.
l’Informatore ne ha parlato con il dr. med. Stefano Cafarotti, responsabile della chirurgia toracica EOC, del Centro Oncologico Polmonare della Svizzera italiana e del Pneumocentro OSG.
La creazione del Servizio di chirurgia toracica dell’EOC all’ospedale San Giovanni di Bellinzona ha comportato la centralizzazione di questa specialità in una sede unica. Perché è stata privilegiata questa via e quali sono i vantaggi legati a questa scelta?
La medicina d’organo sarà certamente sempre più rappresentata in Ticino. La centralizzazione delle competenze operative in un sito offre al cittadino maggiore qualità; ne sono testimonianza – anche nel nostro Cantone – i modelli d’eccellenza Cardiocentro, Traumacentro e Neurocentro. Per il polmone stiamo lavorando nella stessa direzione, vedi la nascita del Pneumocentro OSG e del Centro Polmone della Svizzera Italiana.
Come viene di conseguenza organizzata l’attività nelle altre sedi ospedaliere?
Il percorso diagnostico-terapeutico per i pazienti con neoplasia polmonare operabile prevede normalmente l’esecuzione di accertamenti pre-operatori e di controlli periodici post-operatori, in alcuni casi fino a 5 anni dopo l’intervento chirurgico.
In queste fasi del progetto di cura il paziente potrà rimanere vicino al suo domicilio senza necessità di lunghi tragitti verso la sede centrale.
Come è strutturata l’attività ambulatoriale presso l’Ospedale della Beata Vergine?
Tutti i giovedì mattina è presente un Chirurgo Toracico senior presso gli ambulatori al piano terreno della Chirurgia OBV.
In quale modo viene gestita la presa a carico del paziente che vive nel Mendrisiotto?
I medici di famiglia, gli oncologi e gli pneumologi rappresentano dei partner storici per la Chirurgia Toracica EOC, anche sul territorio di Mendrisio. L’annuncio dei pazienti (chirurgiatoracica@eoc.ch) non si modificherà. Semplicemente saremo noi chirurghi toracici ad avvicinarci al paziente organizzando le visite in OBV e non viceversa.
Come è composto il team con il quale collabora nel contesto del nosocomio di Mendrisio?
Oltre alle visite ambulatoriali specialistiche, l’attività in OBV prevede una stretta collaborazione con la Chirurgia, la Pneumologia, l’Oncologia e la Medicina Interna. Sarà possibile eseguire consulenze specialistiche nei reparti di degenza OBV senza trasferire il paziente a Bellinzona (casi di infezioni del cavo pleurico, versamenti pleurici, piccoli traumi toracici afferenti all’OBV), a tutto vantaggio dei pazienti e delle loro famiglie.
In che termini valuta il concetto di ospedale di prossimità?
È una componente della qualità dell’assistenza sanitaria che ha il significato di favorire l’accessibilità alle cure. In questo senso “accessibilità” è, a mio giudizio, la possibilità del paziente di usufruire del servizio di cui ha bisogno, nel tempo minore possibile e nel luogo più opportuno.
In un modello ospedaliero multisito, per le visite ambulatoriali e per patologie non complesse, questo luogo può certamente essere vicino al domicilio del paziente. Sono fermamente convinto che promuovere il territorio quale sede primaria di assistenza sia un obiettivo nobile da perseguire, anche perché gli effetti a cascata sulla rete integrata di servizi sanitari e sociali favorirà senza dubbio l’assistenza ai pazienti oncologici più anziani con ridotta mobilità.
Che importanza riveste il rapporto tra il paziente e lo specialista dalla prima visita ai controlli post operatori?
Allo stato attuale ci troviamo di fronte a cambiamenti che impongono agli specialisti scenari di assistenza assai diversi rispetto al passato. Comunicazione ed empatia sono elementi non tecnici ma che sempre di più entrano nel rapporto con il paziente.
Seguire il paziente durante tutto il percorso di cura rappresenta certamente un plus che aiuta nella costruzione del rapporto di fiducia medico-paziente e paziente-istituzione.