Alcuni residenti, quando venerdì 15 gennaio alle 17.15 è giunto dalle autorità cantonali l’ordine di chiusura, avevano già lasciato la “Provvida” per il rientro settimanale al domicilio delle famiglie. Altri, che di solito vanno a casa il sabato mattina, sono rimasti lì, non potendo più uscire. “È stato davvero difficile spiegare loro che per parecchi giorni ancora non potranno rivedere i propri cari”, dice Adriano Cattaneo, direttore dell’istituto di Balerna. Le famiglie di chi, non sapendo del nuovo “stop”, era andato a casa venerdì, all’inizio di questa settimana hanno potuto scegliere: due hanno deciso di tenere a casa il proprio congiunto disabile, altri non se la sono sentita di accudire il proprio famigliare fino al 7 febbraio senza interruzione; e hanno preferito affidarlo alla Provvida Madre, rinunciando dunque a vederlo nei prossimi weekend. L’istituto ancora una volta si è chiuso su se stesso, dovendo fare i conti con il decreto del Governo che oltre a vietare le visite alle case degli anziani – si legge nella nota pubblicata una settimana fa – “per analogia, a tutela della salute dei pazienti e del personale”, ha sospeso pure “le visite negli istituti per invalidi (strutture residenziali medicalizzate, non medicalizzate e foyer)”. L’istituzione di Balerna riflette assai bene in questo momento le difficoltà provocate dalla pandemia.