Il tema del collezionismo all’interno dei confini dell’attuale Cantone Ticino si arricchisce di nuovi elementi grazie alla mostra in corso alla Pinacoteca Giovanni Züst.
Dalle intime stanze dei palazzi appartenuti all’aristocratica famiglia luganese Riva sono giunti a Rancate oltre settanta dipinti. Tra di essi spiccano importanti pezzi di Giuseppe Antonio Petrini – di cui i Riva furono i principali committenti – accanto a una selezione di suppellettili, argenterie, miniature, libri e documenti.
L’esposizione Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva – a cura di Edoardo Agustoni e Lucia Pedrini-Stanga, con il coordinamento scientifico e organizzativo di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla – si potrà visitare fino al 28 febbraio prossimo.
Le stanze della Pinacoteca cantonale ospitano opere d’arte e oggetti che permettono un tuffo nella storia del territorio ticinese. L’allestimento, curato nei dettagli, consente al visitatore di varcare la soglia dei palazzi: nelle diverse sale è stata ricreata l’atmosfera che vi si respirava. Tra i casati più antichi di Lugano, quello dei Riva rivestì una posizione egemonica soprattutto durante l’Antico Regime, vantando una rete di contatti con altre storiche famiglie: Beroldingen, Turconi, Morosini, Bellasi, Somazzi, Moroni Stampa, Rusca, Raimondi, Neuroni, Maderni. La rassegna rappresenta dunque l’occasione per entrare nelle dimore cittadine e nelle ville di campagna dei signori di allora. Vale la pena di segnalare la serie di ritratti dei landfogti provenienti d’Oltralpe che governavano la prefettura di Lugano.
In epoca balivale (XVI-XVIII secolo) i Riva, come gli altri esponenti del ceto dirigente luganese, occupano le più alte cariche delle magistrature e di governo e collaborano con i rappresentanti del potere centrale dell’antica Confederazione.
In mostra sono indagati sia il gusto che le dinamiche relative alla circolazione e al consumo di opere d’arte in questa terra di confine, che dal punto di vista politico guardava a nord, mentre da quello religioso-culturale si volgeva verso l’Italia. Nella vicina Penisola si stabilirà a metà Ottocento anche una parte della famiglia Riva legata al ramo dei marchesi grazie all’alleanza matrimoniale con il facoltoso casato piemontese dei Francischelli che a loro volta si imparentano con i Bisi, importante famiglia di artisti milanesi.
Tra gli autori presenti, per il periodo settecentesco si segnalano Marco e Giuseppe Antonio Petrini, Carlo Francesco e Pietro Rusca, Giovanni Battista Innocenzo Colomba, Carlo Innocenzo Carloni, Giuseppe Antonio Orelli, Giovanni Battista Ronchelli, Giovanni Battista Bagutti, Francesco Capobianco, Gian Francesco Cipper detto “Il Todeschini”, Antonio Maria Marini. Per l’Ottocento figurano opere di Giovanni Migliara, Giuseppe Reina, Francesco Hayez, Pietro Bagatti Valsecchi e dei Bisi (Luigi, Giuseppe, Ernesta, Fulvia e Antonietta).
L’esposizione “di ricerca” – sottolinea la direttrice della Pinacoteca Mariangela Agliati Ruggia – porta all’attenzione del pubblico l’esito di anni di studi e approfondimenti condotti da Edoardo Agustoni e Lucia Pedrini-Stanga.
Studiare la quadreria della famiglia Riva – illustrano i curatori – significa occuparsi anche dei suoi committenti e quindi delle relazioni che intrattenevano con le famiglie del ceto dirigente dei baliaggi del Luganese e del Mendrisiotto. Con alcuni membri di queste famiglie, i Riva stabilirono alleanze matrimoniali, con altri condivisero ideali culturali, spirituali e politici. “Attraverso un ritratto che rappresenta idealmente queste famiglie alleate desideriamo quindi evocare il fitto e intricato tessuto di scambi e connessioni che le legava ai Riva”.
La Pinacoteca Giovanni Züst è aperta da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18.