“Quando le istituzioni trovano convergenze, si possono portare a casa risultati importanti”, sostiene il sindaco di Mendrisio.
Samuele Cavadini parla della procedura che porterà fra qualche anno a ridisegnare due passaggi importanti del fiume Laveggio: il punto in cui il fiume s’incrocia con l’acqua del Moree, in zona Segoma/piscina, dove sarà creata un’isola naturalistica, e la foce, che oggi non è fruibile. Venerdì 13 novembre, presso il Municipio di Riva San Vitale, è stato reso pubblico il nome dei progettisti che hanno vinto il concorso, bandito il 5 aprile 2019 dal medesimo Comune, che lo ha finanziato insieme alla Città di Mendrisio, al Consorzio arginature, rappresentato da Edio Cavadini, e al Cantone. Si tratta di “Subinates”, allestito congiuntamente, con le rispettive competenze, da tre studi, uno di architettura paesaggistica, Vulkan Landschaftarchitektur di Zurigo, di ingegneria civile-idraulica, Giorgio Masotti, Bellintona, e da un esperto in ecologia/ambiente, Creato Genossenschaft für kreative Umweltplanung, di Ennetbaden (AG).
La giuria, di cui hanno fatto parte anche i rappresentanti dei Cittadini del territorio, l’associazione che ha ha messo il fiume al centro di uno studio accurato, riconosciuto dalla Confederazione, ha scelto questa proposta perché ha risolto al meglio i dettati nel bando: permettere alla popolazione l’accesso ai due siti, ora non possibile o difficoltoso, badare alla sicurezza idraulica del fiume, trovare soluzioni allo spostamento delle infrastrutture – che sono numerose – e contenere la spesa. “Subinates ci è piaciuto anche perché evita troppi movimenti di terra, è il progetto meno incisivo sul territorio e quello maggiormente realizzabile”, aggiunge il sindaco di Riva San Vitale. Fausto Medici, quando parla del Laveggio, lo definisce “il nostro fiume”, includendo, oltre a Riva San Vitale e Mendrisio, Stabio.
Qui il Consiglio comunale ha approvato lo scorso anno un importante credito-quadro 2020-2024 per valorizzare il passaggio del fiume che nasce, infatti, nella zona di S. Margherita. Come stanno facendo ora Mendrisio e Riva San Vitale, Stabio ha riconosciuto e fatto proprio lo studio condotto dai Cittadini per il territorio. il borgo, si legge nel messaggio “è la culla del fiume, confinante in sponda sinistra con la zona industriale di Stabio e in sponda destra con quella naturale e agricola della Prella di Genestrerio”. Fra gli investimenti indicati nel credito-quadro di 300 mila franchi, con possibilità di sussidi, ci sono un percorso didattico per le scuole, la manutenzione straordinaria del ”sentiero delle guardie” lungo il confine, l’apertura ai soli confinanti di diverse strade sterrate, la rivitalizzazione di un tratto dell’affluente Calorina, un’area di svago nei boschi nella zona delle Ferriere, un’altra nelle vicinanze della chiesetta. Sono coinvolti, in rapporto alle loro competenze, la Commissione regionale dei trasporti e l’Organizzazione turistica regionale.
Il Laveggio è un tortuoso corso d’acqua di fondovalle che trova sul suo percorso, lungo una decina di chilometri, numerosi interventi del lavoro umano, alcuni dei quali proprio brutti e senza senso, visti con gli occhi di oggi. I Cittadini del territorio hanno svolto un dettagliato studio su questi problemi paesaggistici, proponendo il fiume quale linea centrale della restituzione della zona di Valera alla pubblica fruizione.
Laurent Filippini, dell’Ufficio cantonale corsi d’acqua, assicura che Cantone e Confederazione ci tengono alla riqualifica di questo corso d’acqua del Basso Mendrisiotto, trasformato dagli interventi dell’uomo nell’ultimo secolo. È un progetto prioritario, la Confederazione definisce importante, nella geografia ticinese il fiume che scorre da Stabio a Riva San Vitale; Filippini ritiene che l’opera potrebbe andare in porto fra una decina d’anni.