
La storia di Walter Katz (1913-1938), pilota antifascista al servizio della Repubblica spagnola, è appena stata scritta. La penna è quella di un ticinese, Renato Simoni, di Mendrisio, già professore al Liceo cantonale, conosciuto anche per numerose ricerche e pubblicazioni.
È stata pubblicata in Spagna, paese al quale Simoni è legato fin dagli studi a Ginevra. Vi si stabilì per un anno, nel 1976, con una borsa di studio, per preparare insieme alla moglie Encarnita la tesi universitaria di storia. Avevano ricostruito il collettivismo agrario nel villaggio aragonese di Cretas verso la fine degli anni Trenta del secolo scorso, un periodo di grande difficoltà per la democrazia, quella spagnola in particolare. La tesi è stata poi pubblicata in un saggio tradotto più tardi anche in italiano nelle edizioni La Baronata ed è tuttora un punto di riferimento storiografico importante per molti studiosi.
E proprio a quegli anni precisi è legata la vicenda di Walter Katz, caduto all’alba dell’11 novembre 1938 colpito dalla contraerea franchista, mentre con il suo caccia monoposto Polikarpov CA-155 mitragliava le posizioni nemiche. Una storia di guerra, insomma, ma soprattutto di ideali e di profondi legami famigliari che Renato Simoni ha ricostruito con passione e competenza.
Le carte stavano lì, dentro una valigia, nell’abitazione di famigliari di Katz a Parigi: la corrispondenza in quattro lingue tenuta con la famiglia e gli amici; ma anche documenti ufficiali, passaporti, certificati, ricevute, fotografie. Una vita breve fatta di studi in diverse università e di viaggi, anche in Italia, passando per Chiasso. Alla morte del giovane figlio aviatore, sua madre aveva portato con sé i documenti fuggendo in Messico dalla persecuzione contro gli ebrei e gli antifascisti repubblicani, che lottarono durante la guerra civile spagnola (1936-1945) contro i franchisti, ai quali si allearono i nazisti tedeschi e i fascisti italiani.
“Tanti anni fa avevo promesso a una nipote di Walter Katz che avrei scritto la sua storia, ma bisognava che qualcuno mi desse i documenti, che dopo la scomparsa della madre tornarono in Europa, a Parigi appunto. Sono riuscito ad averli e ho potuto mantenere la promessa; ma, soprattutto, ho avuto modo, scrivendo man mano questo libro di storia, di scoprire, ottant’anni dopo la sua morte, una persona che nei pochi anni della sua vita ha maturato uno straordinario bagaglio di esperienze umane, culturali, politiche; non ebbe paura, per esempio, quando era studente in Germania, di entrare nei movimenti di lotta contro il nascente nazismo. E si battè contro i medesimi nemici quando, poco dopo, scoppiò la guerra civile in Spagna”.