
È il sindaco a dare la misura della vastità del tema: “se non ci fosse mia madre con lui a casa, mio papà, che non sta bene, sarebbe già in una casa degli anziani”.
Samuele Cavadini parla di questa sua personale esperienza durante la conferenza stampa di presentazione, martedì 15 settembre, del Bilancio di genere della città, promosso dalla politica, cioè dai partiti, dal Consiglio comunale e dal Municipio. Un lavoro lungo, meticoloso, che ha coinvolto l’intera amministrazione, per capire dove la stessa politica, spesso in modo inconsapevole, nel gestire la spesa pubblica, fatica a correggere le disparità che ancora dividono gli uomini dalle donne.
Uno degli aspetti che rimane lì sulle scrivanie, insieme a molti altri, in attesa di trovare soluzioni migliori, è appunto il lavoro non remunerato delle mamme, delle mogli, delle sorelle che rimangono al domicilio per prendersi cura della casa, dei figli; o dei famigliari diventati vecchi e malati, che hanno perso l’autonomia. Coloro che – in silenzio fra le mura domestiche – si adoperano per stare vicino ai propri cari non mettono davanti le pretese salariali; qualche sostegno la rete sociale lo ha pur realizzato negli ultimi anni. Ma le statistiche parlano chiaro: è soltanto un esempio ma la differenza uomo/donna nelle rendite della previdenza professionale è ancora profonda. Solo la possibilità per le donne di lavorare di più, e meglio pagate, insieme a una maggiore disponibilità di asili nido, potrà diminuire questo divario. Si tratta di un discorso più generale, quello della valorizzazione della donna, fuori o dentro casa, che va evidentemente ben oltre le dimensioni della città.