Sono di ordine tecnico – ma non solo – le ragioni per le quali, a partire dal 2021, i treni Intercity non fermeranno a Chiasso e a Mendrisio. Il tema dei convogli a lunga percorrenza agita da tempo il Mendrisiotto. L’ultima presa di posizione è stata quella firmata dai Municipi dei due Comuni polo insieme alla Commissione regionale dei trasporti (CRTM), all’Ente regionale dello sviluppo (ERS-MB) e all’Associazione di tutela degli utenti dei mezzi pubblici-ASTUTI che hanno scritto al Consiglio di Stato, all’Ufficio federale dei trasporti, alle FFS e a TILO invocando un tavolo di lavoro urgente (cfr. l’Informatore del 24 luglio).
I contenuti della missiva di risposta delle Ferrovie federali svizzere sono stati anticipati da Rsi. La programmazione di fermate a sud di Lugano – si illustra – comporterebbe in primo luogo conseguenze negative sulla puntualità del traffico ferroviario. Lo scalo mendrisiense non è inoltre predisposto per fermate di lunghi convogli. Ad influire sul sistema ferroviario e sugli orari sarebbe anche il tempo necessario per “girare” i treni a Chiasso.
Si fa in seguito riferimento alle abitudini di mobilità dei residenti nel distretto più meridionale del Cantone. Le FFS rammentano infatti che il 95% della clientela del Mendrisiotto si sposta sui binari all’interno dei confini ticinesi; solo il restante 5% prosegue oltre San Gottardo. Ragione per la quale l’accento è stato posto sul potenziamento del traffico regionale.
La lettera tocca un altro capitolo. Lo spostamento dell’utenza sui treni a lunga percorrenza avrebbe quale conseguenza la riduzione degli introiti destinati al traffico regionale, aggravando i costi del finanziamento della S-Bahn ticinese.