
Il letto è ancora sfatto, come l’hanno dovuto lasciare, di corsa, lunedì 27 luglio, alle 8; appena il tempo di vestirsi, prendere gli effetti personali e uscire. “È tutto legale” hanno ripetuto gli agenti all’inquilina e al suo compagno, che protestavano per una misura da loro ritenuta arbitraria, rimanendo convinti di avere ragione.
La parola fine della vicenda di Meride l’ha dunque scritta la Polizia, presente in forze, con un intervento a sorpresa, ordinato dai tribunali: due pattuglie della Polizia cittadina e una della Polizia cantonale, 6 agenti in tutto. Il primo a entrare, poco dopo la partenza forzata degli inquilini, è stato il perito comunale che si occupa di immobili in materia di locazione. Il tecnico, a futura memoria, nella sua funzione assolutamente equidistante, ha fotografato da cima a fondo tutti gli spazi occupati in modo abusivo dalla coppia, gli arredi, il mobilio, le suppellettili; e il grande disordine, visibile soprattutto nella piccola corte che si apre subito dopo il portone, sulla quale, sconsolate e preoccupate, hanno dovuto guardare per anni le persone che abitano la casa che si affaccia nella medesima corte. Scatole, sacchi, oggetti di varia natura – oltre all’arredamento – che ora gli inquilini dovrebbero ritirare.
Alle 9.30 Petra Weiss ha potuto entrare nella sua proprietà, accompagnata da un agente, attenta a non toccare o spostare nulla del contenuto dell’appartamento, che rimane di proprietà dell’inquilina; il fabbro – falegname ha quindi cambiato la serratura del portone.
Il Municipio era stato messo al corrente dell’imminente sfratto dal dicastero competente, qualche giorno prima. L’intervento, trattandosi “di un caso particolare e problematico”, così è definito nei documenti relativi alla procedura, è stato pianificato con particolare attenzione dalla Polizia cittadina, lontano dai riflettori che spesso sono stati accesi in questi 5 anni e mezzo sulla vicenda di Meride. Gli agenti di Polizia sono spesso confrontati con l’esecuzione dello sfratto, mai piacevole per nessuno, soprattutto quando si tratta di persone con particolari comportamenti.
Già da lunedì mattina, la coppia, come accade a chi rimane senza casa, o in una situazione di evidente fragilità, è accompagnata dai servizi competenti dall’amministrazione comunale, affinché non cada nell’indigenza estrema, essendo rimasta priva di un tetto e di autonomia finanziaria; un aspetto, quest’ultimo, non trascurabile poiché sarà necessaria una certa spesa affinché la coppia possa ritirare il mobilio e svuotare la casa.