La voce è di quelle in grande agitazione. E come non capirlo? La sua compagna – che chiameremo Francesca – sta per dare alla luce un maschietto ma si trova in Brianza ed il confine con l’Italia per ora è come un muro invalicabile. O meglio, gli svizzeri possono superarlo ma poi rimangono costretti in quarantena per 14 giorni in Italia. “Il termine per la nascita di nostro figlio era il 7 giugno ma ora la data è stata anticipata a fine maggio” spiega Pietro, un commerciante che risiede nel Mendrisiotto. Con i suoi 35 anni e una gran voglia di portare in Svizzera la compagna e il piccolo, ci racconta la loro storia che riflette il clima di questi giorni di emergenza e della chiusura a riccio dei paesi di fronte al rischio di contagio e all’espansione del Covid-19. “Lei prima lavorava in Svizzera. Ci siamo conosciuti 6 anni fa e siamo insieme da 2 anni. Quando è scattata la chiusura delle frontiere per la pandemia, lei era con me in Svizzera ed eravamo al 5° o 6° mese di gravidanza”. Poi cosa è successo? “Doveva preparare i documenti. Volevamo inoltrare la domanda per il permesso B ma di colpo gli uffici sono stati chiusi. Nel contempo si è presentata la necessità di svolgere visite mediche supplementari e lei ha preferito raggiungere la madre e la sua famiglia per i controlli. Così siamo rimasti divisi dal confine. Ventun chilometri di distanza in linea d’aria ma sembra di essere in due mondi diversi!”. Tre mesi senza poter stare vicino alla neomamma e a immaginare i movimenti del piccolo nella pancia senza poterli sentire. E adesso che accadrà? “Incrociamo le dita, ma credo di aver trovato la strada per sbloccare la situazione. Ho chiamato il Prefetto di Como: per problemi sanitari ti lasciano andare. La trafila burocratica è complicata. Ho dovuto contattare la Finanza e inviare una e-mail al Dipartimento della sanità. Attendo che si avvii la fase del parto e poi mi presento in dogana con il certificato medico e l’autodichiarazione. Mi faranno firmare un formulario. Passata la frontiera, dovrò rientrare entro 72 ore. È complicata ma ce la possiamo fare. Mi hanno anche detto che potrei chiedere un ulteriore bonus di 48 ore ma se usufruisco di questa chance, poi devo comunque portare a termine la quarantena in Italia”. Come è il morale della sua compagna? “In questi mesi piuttosto giù; ma quando le ho detto che potevo raggiungerla, era contenta! Dopo la nascita verrà ad abitare da me.”