Bocce, Renato Bullani presidente onorario dell’FSB

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15.09.2003-Chiasso; 8°Campionato Mondiale di Bocce a squadre. Cerimonia d'apertura. Nella foto Renato Bullani (a sinistra) Presidente del Comitato d'Organizzazione con Romolo Rizzoli Presidente del CBI (Confederazione Boccistica internazionale) . D1X Digitalfoto Ti-Press/Davide Agosta 2003

AnCa) La Federazione Svizzera Bocce ha un solo Presidente d’Onore: è Renato Bullani. L’alta onorificenza può essere assegnata solamente a coloro che per meriti straordinari hanno rivestito la carica di Presidente. Renato Bullani l’ha ricevuta nel 2007 dal plenum dei delegati delle Federazioni cantonali, riuniti a Lucerna in un’assemblea generale, accompagnata da una lunga ovazione.

Un momò
cresciuto da autodidatta
Renato Bullani è l’espressione più autentica delle qualità umane della gente della nostra regione.
Nato e cresciuto a Ligornetto, risiede da alcuni anni a Vacallo.
Fiduciario e commercialista di successo ha fondato, con il compianto dr. Geo Camponovo, la Mega Fiduciaria nel lontano 1969, attiva prima a Chiasso, poi a Mendrisio, quindi a Riva San Vitale e a Lugano. Qualche anno più tardi il suo studio personale si è trasformato in Studio Bullani e Partners, del quale è Direttore generale.
Le inimitabili capacità di crescere nell’attività e nella vita fino al raggiungimento di posizioni straordinarie, tanto più acquisite partendo da una situazione di autodidatta, ne hanno fatto una persona ammirata e stimata senza condizioni al di qua e al di là dei confini della nostra regione.

Tre passioni su tutte
Le sue qualità le ha pure riversate nelle innumerevoli passioni coltivate accanto alla professione. Tre su tutte: la musica (quella bandistica in particolare), il tiro a volo (è stato pure Presidente della Federazione Svizzera) e soprattutto le bocce.
Quale Presidente, a lungo, della Bocciofila San Gottardo ha portato il Club ai suoi massimi splendori, perpetuando l’opera di Bruno Bernasconi, il suo mentore nel campo dello sport. Sotto la sua guida, la Società di Chiasso è stata promotrice di eventi unici e oramai irripetibili. Ricordiamo molte edizioni del “Grande Slam”, il torneo strutturato in tre distinte competizioni, tutte sull’arco di un’intensissima settimana, onorato dalla partecipazione dei più forti atleti svizzeri e italiani e non solo. In palio, al migliore, nientemeno che un’automobile. E il “Bocce e Musica” estivo, sulla corsia del Grotto Linet, assiepato in ogni ordine di posto, a dimostrare le enormi capacità aggregative del gioco delle bocce. Oltre che, ovviamente, la conquista di innumerevoli trofei da parte dei giocatori che in quegli anni vestivano la maglia del Club.

Da presidente della San Gottardo a presidente
della Federazione svizzera
Sulla scia di quell’esperienza, Renato Bullani divenne Presidente della Federazione Svizzera Bocce, carica che detenne per quasi tre lustri. Furono gli anni d’oro della FSB. Il Presidente, a capo di un gruppo di capaci dirigenti, fu un vero trascinatore. Nella non scontata condizione di garantire i finanziamenti necessari, accanto a quelli istituzionali, Renato Bullani organizzò i Campionati del Mondo a squadre a Chiasso nel 2003 e, nel 2007, la manifestazione denominata “Bocce 07”, ovvero i Campionati Svizzeri di tutte le specialità sotto lo stesso tetto (il Palapenz di Chiasso) e nella medesima settimana.
Ma tutto ciò è solamente un breve spaccato dell’attività della Federazione Svizzera in quell’inimitabile periodo.

Il premio al merito sportivo
della Città di Chiasso
Per questo suo lodevolissimo impegno, nel 2009 la Conferenza dei Presidenti delle Società sportive della città di Chiasso gli conferì il prestigioso premio al merito sportivo con la seguente motivazione: “A Renato Bullani, per lo straordinario impegno profuso in molti anni di attività in favore dello sport cittadino, cantonale, nazionale e internazionale nell’ambito del gioco delle bocce”.

La riflessionedi Bullani
sul periodo in corso
L’Informatore ha voluto approfittare di questo momento di difficoltà sanitaria e sociale e di stop di tutte le attività sportive per chiedere a Renato Bullani una personale riflessione.
“È un tempo nuovo: purtroppo di pause e di incertezze come mai ci era stato dato di vedere. Le giornate, ancorché ti permettano tempi di riflessione e di introspezione che ti fan vedere aspetti della vita sui quali, forse, pochi precedentemente si interrogavano, appaiono lunghe e ammantate di noia. È cambiato il mondo, e non è un modo di dire, in un battibaleno e ci si è trovarti confrontati con accadimenti impensabili. Già si sono spese e si spenderanno fiumi di parole su questa epidemia, presto divenuta pandemia, i cui contorni sono simili a quelli di mirabili capitoli manzoniani o della prosa giornalistica, riproposta in questi tempi, della “spagnola” di cent’anni or sono.
Al di là della tragedia sanitaria, giorno dopo giorno c’è la conta di quelli che ci lasciano per «il crudel morbo», vicini o lontani, che sono vite umane.
Ti prende l’angoscia, al leggere i nomi dei nostri amici o conoscenti i cui necrologi hanno riempito i giornali, sapendo che sono morti in solitudine, senza il conforto dei loro cari e che pure il loro funerale sarà un commiato silenzioso.
Così, come s’alza il sole, le tenebre che ci avvolgono si dissiperanno e la speranza, che mai mi ha abbandonato, diverrà nuova certezza. Un mondo riplasmato ci attende”.

E il suo pensiero sul gioco
e lo sport delle bocce
“Ho sempre creduto che le bocce potessero essere disciplina sportiva a pieno titolo, magari pure con la consacrazione a disciplina olimpica che tuttavia, per varie ragioni, non è ancora avvenuta.
Al di là dell’aspetto agonistico le bocce mantengono ancora oggi, a maggior ragione, il loro carattere ludico, aggregativo e socializzante.
Dopo il forzato isolamento del Covid-19 sentiremo tutti, più forte, lo stimolo all’unione, a far gruppo, a condividere.
Le bocce sono uno strumento perfetto in tal senso: non saranno più i viali dei nostri grotti di “chiesana” memoria, ma le funzionali piste di molti esercizi a farne da teatro.
Ai bocciofili, siano essi dei competitori tesserati o puramente i simpatizzanti praticanti “della domenica” rivolgo il mio pensiero di speranza da cultore di ieri ma che non s’è tolto dal cuore il sapore dolce che permea un bene di cui ha goduto, a lungo.
L’impegno profuso dalla Federazione nazionale per rimodulare regole e disposizioni, fini all’attualizzazione del gioco, può far bene sperare per il futuro dei competitori così come dei giovani che si accostano alle bocce e che, per come accade in tutte le altre discipline sportive, devono trovare un movimento ben strutturato, disciplinato e funzionante”.

Un auspicio, infine.
“La crisi epidemiologica comporterà un profondo mutamento della società e il mondo boccistico non ne farà astrazione.
Ci vorrà del tempo per riacquistare la normalità ma per un lungo periodo sarà come una libertà vigilata e quanto i vincoli finiranno ci troveremo in un mondo diverso.
Credo che per raggiungere la velocità dell’incedere che eravamo abituati a sostenere nel passato, occorrerà del tempo, parecchio tempo.
Le bocce, all’immagine di una disciplina che richiede una prestazione fisica supportata da uno sforzo mentale per le insite valutazioni tecniche, meglio rappresentano questi nuovi tempi rallentati della società.
I ritmi del dopo Coronavirus rifuggiranno dalla frenesia alla quale eravamo abituati e le bocce tanto quelle competitive così come quelle del puro divertimento, potranno celebrare valori riscoperti come una consapevole e vissuta socializzazione così come la rincorsa ad un alloro competitivo che ritroverà i suoi giusti fasti”.

Le riflessioni del Presidente d’Onore della Federazione Svizzera, al pari del suo conosciuto eloquio, risuonano a sostegno della speranza che la nostra vita ritorni normale al più presto, che ci permetta di nuovo i piaceri provvisoriamente proibiti, come gli affetti, le relazioni umane, il lavoro e lo sport.