
(red.) Alzi la mano chi non sogna di non più vedere e sentire l’autostrada, un giorno, finito un immenso cantiere mediante il quale, scavando e bucando il suolo, si riesce a portare l’A2 sottoterra tra Bissone e Mendrisio, meglio da Lugano sud a Chiasso. Tutti vorrebbero veder liberati dall’asfalto e dai guardrail i preziosi terreni di pianura e i dolci declivi che l’autostrada si portò via negli anni Sessanta del secolo scorso, tagliando in due gli abitati.
È, quello appena descritto, il senso, meglio l’auspicio, degli interventi pubblicati nelle ultime settimane su l’Informatore, firmati da alcuni lettori, Giovanni Poloni, Alfredo Maranesi, Marco Piffaretti. Lo sfondo è la progettazione, in corso, di una terza corsia dinamica, da attivare solo nelle ore di punta per rendere più fluido il traffico.
Perché non approfittarne per dare una collocazione meno invasiva dell’A2? Andrea Rigamonti, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto, CRTM, non vuole spegnere gli entusiasmi, ma semplicemente spiegare, per cominciare, “che il sistema di finanziamento della Confederazione, in tutti gli ambiti (ricerca, formazione, mobilità, ecc.) funziona in base al principio del fondo dedicato: in altre parole i soldi che servono allo sviluppo, per esempio, della rete autostradale possono essere destinati solo a questo scopo; lo stesso vale per lo sviluppo della rete ferroviaria. Alptransit, che resta assolutamente prioritario, risponde a dinamiche di maturazione del progetto secondo i principi previsti in quel fondo; in concreto, per esempio, lo sviluppo del traffico merci internazionale, l’adattamento dell’infrastruttura negli altri paesi… Mentre le autostrade, che sono finanziate dal fondo FOSTRA rispondono ad altre logiche, soprattutto il rapporto costi/opportunità. Non possiamo perciò argomentare, dicendo: rinunciamo ad un potenziamento delle autostrade per favorire il miglioramento della rete ferroviaria. Le due opere non sono in concorrenza. Detto questo, per realizzare un progetto di così vasta portata come la copertura dell’A2, occorre trovare il momento politico giusto”.
Rimaniamo sul caso concreto, presidente: potrebbe essere proprio questo il momento politico giusto. Già che bisogna snellire il traffico con una terza corsia, agganciamo a quel progetto una visione più ampia, pensando all’interramento di tutta l’A2. “Ho letto con interesse gli spunti pervenuti a l’Informatore in queste ultime settimane. In realtà il progetto che sta maturando è destinato a migliorare una situazione esistente, quella dei colli di bottiglia che si formano quasi sempre nelle ore di punta. Si pensa soprattutto alla tratta che va da Grancia a Melano, con lo scavo di un nuovo tunnel sotto il S. Salvatore fino a Melide che consenta di allargare poi le due gallerie attuali, aumentandone la capacità; e allo scavo di un altro tunnel da Bissone a Maroggia, che risponde fra l’altro alla necessità di aggirare l’abitato di Bissone. Aspetto di grande importanza anche lo spostamento della “cantonale” al di fuori degli abitati di Bissone e Maroggia, liberando così i paesi dal traffico parassitario, senza dimenticare la realizzazione di una zona di svago a riva tra Capolago e Melano utilizzando gli inerti”. E più avanti? “Il limite di opera va da Lugano Sud sino a Mendrisio; tuttavia i grandi interventi infrastrutturali sono previsti da Grancia a Maroggia. Da Melano a Capolago non ci saranno cambiamenti, la situazione sarà pressoché uguale a quella che conosciamo oggi. Il motivo è semplice: il viadotto è stato risanato non molti anni fa e i costi per l’interramento sarebbero davvero troppo elevati. Secondo i criteri previsti dal FOSTRA, oltre alla concorrenza con progetti di altri agglomerati della Svizzera, il progetto molto difficilmente otterrà il finanziamento. Con la conseguenza che la situazione resterà quella attuale, totalmente insoddisfacente”.
Allora cosa fare? “Dal mio punto di vista bisogna procedere allo spostamento dell’autostrada in galleria ogni qualvolta si presenta l’occasione di un risanamento di tratta: bisogna giocare d’anticipo. Per esempio la tratta che avremo fra Grancia e Maroggia sarà davvero quella definitiva, con l’autostrada quasi ovunque in galleria. Inoltre a partire dall’uscita della nuova galleria di Maroggia, in futuro, si potrà finalmente interrare l’autostrada sino a Mendrisio; il tracciato previsto oggi tiene infatti conto di tale circostanza. Quando l’USTRA comincerà a pensare al risanamento dell’A2 da Melano a Mendrisio sarà il momento politico favorevole per inserire il concetto di interramento dell’intera tratta, che oggi non è pensabile, in quanto, per l’USTRA, lì l’autostrada funziona e, oltretutto, a Mendrisio, sono state spese decine di milioni di franchi in anni recenti per migliorare la situazione agli svincoli”.
Bisogna insomma continuare a sognare… “Sarebbe meglio continuare a lavorare, prevedere i prossimi risanamenti da qui a 50 anni giocando d’anticipo, in modo tale da ottenere l’interramento di tutto il percorso. Capisco che è frustrante pensare a un programma per tratte; ma non funzionerà mai chiedere adesso l’intera copertura; la politica federale, infatti, per le autostrade, è attuata tratta per tratta, con equità fra le varie regioni del Paese, tenendo d’occhio i costi, risolvendo un problema dopo l’altro. Nel Basso Mendrisiotto, dove bisognerà pure mettere mano all’A2 da Coldrerio a Chiasso, la politica si sta interessando da qualche tempo allo spostamento della tratta finale sotto il Penz, guardando in avanti. E fa bene. Ci tengo a precisare, tornando al Basso Ceresio, che le parti oggi dibattono su un progetto denominato 4.2: prima erano stati discussi anche altri progetti che non interravano l’autostrada, o solo parzialmente; che lasciavano il traffico nei paesi e non restituivano fruibilità del territorio e bellezza al paesaggio. Soltanto grazie alla compattezza e determinazione dei Comuni coinvolti, della CRTM e del Cantone è stato possibile convincere anche le autorità federali della bontà del progetto 4.2, che tra l’altro è il più costoso fra tutti. Ora manca solo la decisione finale che mi auguro sia positiva”, conclude il presidente della Commissione.