Torniamo ai tempi del Chiasso di Riva IV, di Ferdinand, Boffi, Lusenti, Bruschini, Bizzozzero, Giorgio Albisetti… del presidentissimo Luciano Pagani e di Stojan Osojnak.
Dai 25 anni della scorsa settimana, in cui avevamo messo in evidenza lo spirito battagliero delle due momò, raddoppiamo ai 50 (e più), per arrivare alla stagione 1968-69 nella quale i rossoblù erano stati a lungo in corsa per la promozione in divisione nazionale A e il Mendrisiostar aveva saldamente mantenuto il suo posto nella serie B.
Normale, ci sembra, partire dal doppio derby di quel campionato che in definitiva fece tutti felici e contenti. All’andata la vittoria arrise ai mendrisiensi grazie a una rete siglata in avvio di ripresa da Allevi. Nella città di confine finì con lo stesso risultato, questa volta in favore dei padroni di casa. Il gol partita portava la firma di Ceppi.
Il Chiasso, mancante di Boffi, Galli e Romagna si era schierato in campo con Bruschini, Agustoni, Mazzali, Sogari, Nava; Lusenti, Beretta, Albisetti, Medici; Ferdinand, Ceppi (Lurati). Il Mendrisiostar allineava Carminati, Caccia, Fusi, Teruzzi, Ghielmetti; Rusconi, Guarisco (Serena), Tomljenovic; Allio, Frigerio, Allevi.
Al Comacini assistettero 2500 spettatori, alla partita dell’andata al Comunale di Mendrisio, giocatasi in un freddo pomeriggio novembrino, mille in più (3500).
Curioso un passaggio della cronaca relativa alla gara di ritorno: “La vittoria del Chiasso ha messo a tacere i maligni che alla vigilia parlavano già di pastetta”.
Il fatto è che i ragazzi del mitico “Seba” erano coinvolti nella lotta per sfuggire alla retrocessione racchiusi nello spazio di un paio di punti con Baden, Urania e Soletta. I rossoblù erano invece ancora in corsa per la promozione con un ritardo di 4 punti dalla vetta occupata dal Wettingen e a soli 3 dal secondo posto dove si trovava il Friborgo. Risultarono promossi in DNA argoviesi e friborghesi.
A infrangere definitivamente le ambizioni dello Xamax – che a tre giornate dal termine era terzo in classifica – e del suo presidente Gilbert Facchinetti, contribuì l’undici di Sebastiani che nell’ultima giornata inflisse ai neocastellani la terza sconfitta di seguito, rifilandogli tre reti con una doppietta di Allio e un gol di Rusconi. Silvano Carminati e soci, ultimi ancora alla nona giornata, chiusero in bellezza al 9° posto con 25 punti, soltanto 3 in meno dei cugini rossoblù che, dopo il derby, non vinsero più una partita.
La stagione 1968/69 concluse un’epoca. Il 31 agosto, infatti, il Chiasso avrebbe inaugurato il nuovo campo sportivo comunale “dotato di una moderna tribuna e di un efficiente impianto di illuminazione” riferiscono le cronache di allora.
I rossoblù erano allenati da Stojan Osojnak, “un tecnico capace e signorile”, al timone dirigenziale c’era il presidentissimo Luciano Pagani con cui vissero momenti di splendore: fu un binomio vincente in campo e dietro la scrivania! Osojnak, arrivato da Sion, negli anni ha lanciato una bella serie di giovani promesse, dal canto suo Pagani – persona dall’animo nobile – ha messo in piedi un’organizzazione e una struttura dirigenziale davvero ottime. Un presidente, tanto per intenderci, legato alla tradizione. Non per caso era il Chiasso di Ferdinando “Puci” Riva, Francesco Chiesa, Aldo Binda, Caio Nessi…