Ha scelto il silenzio, Giorgio Comi, prima di uscire di scena. Il titolare del Dicastero politiche sociali, pur partecipando alla seduta legislativa di lunedì 9 marzo, non ha risposto alla critiche sull’atteggiamento avuto negli ultimi 2 anni sul lavoro svolto dalla Commissione istituita per capire se il Centro giovani meritasse un futuro. “Se dovessimo esprimerci considerando la conduzione politica, saremmo nettamente contrari” ha detto Alessio Allio, a nome di Lega e Udc, “siamo stati trattati da un municipale che già in partenza dava per scontato che il Centro sarebbe stato salvato. Siamo tristi e sconcertati”.
La discussione sul tema forte della seduta, l’ultima della legislatura, si è conclusa con un deciso voto all’unanimità, da destra a sinistra. Un risultato che ha quasi il sapore della sfida proprio nei confronti del dicastero diretto dal municipale socialista: vogliamo che il Centro rimanga aperto, di sicuro non per come il dossier è stato gestito ma per l’impegno con cui la commissione ha lavorato al suo Risorgimento, alla ricerca di un’unità d’intenti che, quando, l’8 gennaio 2018, fu inoltrata la mozione Stephani-Manzocchi-Padlina – lasciare aperto il Centro o chiuderlo – era ridotta a brandelli.
L’Informatore, nell’ultima edizione, ha ricostruito la procedura che ha portato al voto. Il Legislativo ha deciso di aiutarlo a crescere, il Centro, nella speranza che il costante accompagnamento da parte del Municipio impedisca di riportare indietro le lancette dell’orologio. I nuovi animatori – ha precisato il PLR (per Luca Pestelacci, assente, ha parlato Giovanni Poloni) stanno lavorando molto bene, facendo tesoro dei cambiamenti di rotta indicati dalla commissione.
I partiti non si sono risparmiati e hanno bersagliato Giorgio Comi come raramente è accaduto ad un municipale della città: si è rischiato di chiudere per la sua prepotenza nei confronti degli altri (Robbiani, Lega Udc); abbiamo trovato assoluta passività e indifferenza; è stato frustrante, un muro di gomma (Padlina, PPD); ha screditato il nostro lavoro, parlando di una “commissione d’inchiesta” di cui non si sentiva il bisogno (Stephani, I verdi). La sinistra è rimasta sulle sue, si è limitata a sostenere “che nessuno ha chiesto di chiuderlo, non è quella la soluzione, siamo chiamati a votare di tenerlo aperto, come hanno scritto i ragazzi e le organizzazioni giovanili dei partiti”, sono state le parole di IaS, per bocca di Daniele Stanga.
Parchi gioco, donne
con visioni differenti
Visioni differenti riguardo ai parchi giochi della città. Altalene, scivoli, giostre e cavallini sono comparsi in aula quando si è discusso un credito di 350 mila fr per la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza a breve-medio termine di un terzo dei 32 giardini. Nel suo rapporto, la Gestione (rel. Françoise Gehring, IaS) aveva in sostanza condiviso l’impostazione del Municipio; la sicurezza è un primo passo; il valore dei parchi gioco è messo in rilievo anche dall’ONU; i giardini sono importanti per l’intera popolazione del quartiere; elemento molto apprezzato dalla Gestione, ha scritto la relatrice, la consulenza affidata agli esperti. Ma, letti messaggio e rapporto, due consigliere, prima del voto, poi giunto all’unanimità, non hanno lesinato critiche guardando al “non fatto”, più che al domani. Così per Monica Meroni Braun, PPD, il credito “è assolutamente irrisorio e insufficiente perché la sicurezza, pur importante, non è percepibile dagli utenti; la posa di giochi a Meride sopra il rifugio e a Arzo dietro la palestra è “un inutile e ridicolo palliativo che offende il concetto stesso di parco giochi”; interventi costati 65 mila fr che non servono a nulla, sperando che questo nulla non siano soldi spesi per la consulenza da parte di esperti”. Meroni Braun, rilevando che comunque quelli legati agli asili vanno bene, ha pure parlato di un’iniqua distribuzione delle strutture, per esempio 2 a Tremona e nessuna a Arzo, dove la scuola chiama a sé tutti i bimbi della Montagna. A Bellinzona la città sta investendo 3,3 milioni di fr per aggiornare i parchi. Francesca Gallino Bellini, PLR, parlando come mamma, ha lodato l’impegno “ma negli anni a Mendrisio non si è prestata abbastanza attenzione ai parchi gioco”; è dal 2009 che dal CC giungono voci per potenziare queste strutture.
Il sindaco ha condiviso la necessità di cambiare visione e “contiamo sul vostro sostegno” ha detto rivolgendosi ai consiglieri; l’insieme attuale dei parchi è stato ereditato dai vari quartieri e intanto non si è potuto fare di più, oltre alla sicurezza, le risorse erano limitate da vincoli di bilancio. Si è fatto comunque più dello stretto necessario, decidendo di costruire a Genestrerio un parco sensoriale e didattico per i disabili, in collaborazione con l’Associazione paraplegici.