
I rossoblù giocano a Vaduz una partita di sostanza ma nonostante la loro fame di punti ne conquistano solo uno. Patrick Rossini tiene alto il morale nello spogliatoio: “Siamo caricatissimi, ci attendono cinque partite toste: la voglia di reagire c’è in tutti noi”.
I ragazzi di Lupi pur mettendo una grande pressione alla squadra del Liechtenstein non riescono a sbloccare il tabellone del Rheinpark. Finisce così a reti inviolate una partita che bisognava vincere.
Il Chiasso continua a marciare sul posto. Non vince più una partita dall’1-4 di Wil (novembre), nelle ultime otto uscite ha conquistato la miseria di 4 punti (quattro pareggi). Un ruolino di marcia che non permette di essere ottimisti. Lo Sciaffusa in altrettante gare (otto) di punti ne ha conquistati 9 e in classifica si trova a + 10.
A questo punto è inutile aggrapparsi ad arbitraggi maldestri. Turkes, arbitro della partita di domenica, era già stato protagonista negativo nella partita in cui aveva negato ai rossoblù almeno un calcio di rigore contro il Grasshopper. Episodio riconosciuto da “addetti ai lavori”, ispettori, addirittura da persone al seguito degli zurighesi.
Ebbene Turkes ha di nuovo dato dimostrazione di una direzione mediocre (accorda una rete poi la stralcia dal suo taccuino) per cui potrebbe anche essere lecito chiedersi come si sia arrivati a una sua nuova designazione per una partita con in campo i ticinesi.
Però, come dicevamo, gli arbitri fanno da sempre parte del gioco. E il gioco ci dice che la compagine di Lupi e Bignotti non vince più una partita dal 9 novembre e che nel 2020 ha racimolato un bottino strappalacrime: 2 soli punti, mentre i renani ne hanno acciuffati 8, portandosi da 4 (girone d’andata) a +10 (22.a giornata). Sono numeri impietosi che non scacciano sicuramente i fantasmi di una salvezza che purtroppo si allontana sempre di più.
Il pareggio è comunque un buon risultato, il Chiasso ha giocato una buona partita riuscendo ad alzare il ritmo nella parte finale in cui ha messo una grande pressione ai padroni di casa. Ha segnato due reti nei minuti di recupero (non convalidate), già nei primi 45 minuti aveva sfiorato, sempre con Rossini, il gol (prodezza del portiere Büchel sul primo palo con palla deviata in calcio d’angolo). È altresì vero che in altre occasioni, a turno, nessuno è riuscito a metterla dentro.
Il Vaduz? Due tiri in porta, Guarnone se ne poteva stare tranquillo in panchina! E dire che la squadra di Frick, seconda in classifica dopo un inizio di stagione catastrofico (a conferma del basso livello dell’attuale Challenge League: il blasonato Grasshopper si è preso tre “pappine” di fila) è in corsa per la promozione in Super League! Nei minuti di recupero ha addirittura dato l’impressione di essere alle corde contenendo con affanno il forcing dei rossoblù che avrebbero meritato di rientrare a casa con la posta piena.
Con una punta di amarezza Patrick Rossini – doti indiscutibili, è sempre una mina vagante per le difese avversarie (due reti al 91’ e al 93’ non gli sono state convalidate dalla terna arbitrale per presunte irregolarità) – dà una bella dimostrazione di come si debba accettare il calcio anche nel male: “Ci prendiamo un punto, alla fine ci va bene. Adesso ci attendono partite toste che ci vedranno affrontare le squadre che sono sopra di noi (Wil, Stade Losanna, Sciaffusa, Aarau, ndr). Mancano ancora 14 giornate alla fine, faccio per dire che se battiamo due volte i renani riduciamo lo scarto a 4 punti. Finora abbiamo giocato contro le prime quattro, adesso ci attendono gli scontri di bassa classifica”.
Hanno ragione Bignotti e Lupi a dire che Patrick è un ragazzo d’oro, bravissimo a innalzarsi come “giocatore di spogliatoio”. Speriamo possa assumere anche il ruolo di “uomo della provvidenza”! Certo che se l’ex Aarau fosse arrivato al Riva IV un po’ prima il Chiasso non si troverebbe in questa situazione.
“Sono fiducioso perché nonostante tutto (sfortuna e arbitraggi, è una nostra interpretazione, ndr) siamo caricatissimi: con questo atteggiamento e questa mentalità non potrà andarci sempre storta”.
Il Chiasso, lo diciamo per l’ennesima volta, non merita l’ultimo posto. Alla lunga è incomprensibile che peni così tanto per uscire dal tunnel. Lupi sta cercando di fare carburare la squadra da settembre, ma soltanto durante la sosta sono arrivati rinforzi importanti. Sicuramente si è perso del tempo prezioso.