Viva la plastica

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Una montagna di plastica raccolta in Ticino, portata a Riva San Vitale. Sarà avviata presso un’industria estera che la trasformerà in materiale plastico riciclato.

Ultime notizie sul fronte della plastica, che negli ultimi mesi, dopo essere stata messa in croce ovunque nel mondo, è finita al centro della discussione fra gli organizzatori delle feste e negli stessi Comuni: i bicchieri venduti al Rabadan, di plastica o biodegradabili, alla fine del carnevale finiranno tutti nell’inceneritore cantonale di Giubiasco. Non si possono separare. Piccola consolazione: quello bio rilascia nell’aria assai meno sostanze rispetto all’incenerimento della plastica. E poi ci sono i filtri, sul camino.
Le notizie sulla plastica non sono tutte di segno meno, per fortuna. La Città di Mendrisio, con tutti i suoi quartieri, si sta rivelando virtuosa. I cittadini, come accade altrove, fanno man bassa pure loro, nei negozi, di vaschette di affettati, barattoli bottiglie del latte, flaconi di detersivi, shampo e bagni schiuma… Svuotati e puliti, portano quindi la mercanzia all’ecocentro, infilandola diligentemente nel contenitore che cela un sacco da 1000 litri, messo a disposizione dal Comune.
Sacco dopo sacco, lo scorso anno è stata raccolta un bel po’ di plastica. E così è stato in altri 44 Comuni ticinesi. Al momento della selezione, in un’azienda di Riva San Vitale, circa 25% risulta inutilizzabile, per diverse ragioni, e finisce a Giubiasco. Ma ben 75% della plastica viene selezionata, compattata e esportata in Italia, dove una ditta la trasforma in “nuova” plastica.
La tassa sul sacco, ormai diventata obbligatoria ovunque in Ticino, non potrà che favorire un ancor maggiore riciclaggio. Una risposta concreta al problema della plastica, che tutti hanno imparato a conoscere nella sua gravità grazie alle fotografie, scattate ovunque nel mondo, di luoghi bellissimi sommersi da flaconi e bottiglie.

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