Pompieri, il primo anno del consorzio

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Alcuni interventi del corpo pompieri regionale. Lo scorso anno sono state svolte 213 operazioni contro il fuoco; i militi sono accorsi per 162 inquinamenti, 61 danni della natura, 43 allagamenti, 39 salvataggi, 11 incidenti e 30 interventi diversi. Numerose anche le prestazioni offerte a terzi. Il Corpo pompieri riesce a svolgere tutte queste attività grazie all’impegno dei militi, tutti volontari.

“È un po’ come con le aggregazioni, non sono mai indolori. Ma siccome l’idea risaliva ormai al 2008, bisognava venirne a una”. Così Sonia Colombo-Regazzoni, municipale e capo dicastero sicurezza a Chiasso, ha commentato martedì davanti alla stampa il bilancio del primo anno di attività del Consorzio Centro di Soccorso Cantonale Pompieri del Mendrisiotto (CSCPM). “Per noi di Chiasso tenere la caserma era fondamentale. La nostra città, in un certo senso, ha dovuto “subire” e i militi hanno dovuto decidere, prendere o lasciare. Ma nessuno è andato via”. Segno che l’intesa tra i due poli c’è stata e a un anno di distanza le cose funzionano piuttosto bene. “Spero che nei prossimi anni” – ha concluso bonariamente Colombo-Regazzoni, nella sua funzione di vice presidente – la delegazione abbia meno lavoro…”.
In effetti c’è stato tanto da fare: in questi 12 mesi la delegazione consortile si è riunita 15 volte, ha spiegato Samuel Maffi, municipale a Mendrisio, nella sua funzione di presidente della delegazione. La quale ha avuto il compito di integrare due corpi pompieri con circa 150 militi, istituire un unico comando per due cittadine piuttosto diverse nella loro identità; corpi che, come tutti gli enti fondati sul volontariato sono fieri della loro storia: a Mendrisio dura da 150 anni, a Chiasso da 120.
“Non abbiamo buttato via niente” ha commentato il comandante, tenente colonnello Corrado Tettamanti, dopo aver elencato le cifre relative all’attività 2019. Ciò che ha caratterizzato i primi passi del Consorzio, al dilà delle competenze che i militi delle due città hanno portato, è il rispetto reciproco per le persone e la storia dei due Corpi; premesse indispensabili per una nuova organizzazione del Comando, per unificare il lavoro e i collegamenti fra le due caserme, assumere due professionisti e introdurre la guardia festiva domenicale, cui spettano anche compiti di formazione.
Un lavoro organizzativo che non si vede, perché i pompieri compaiono di solito solo quando corrono; un lato sconosciuto fino all’altro ieri anche da Claudia Canova, sindaco di Morbio e membro della delegazione, per la quale “la nascita di questo consorzio è come quella di un bambino, bisogna accompagnarlo bene nel primo anno di vita”. Una “prima volta” anche per Luca Binzoni, municipale a Stabio e membro della delegazione: “non pensavo ci fosse così tanto lavoro… ma ora ho capito il funzionamento del nostro corpo pompieri”. Un impegno oneroso, ma la sfida è stata raccolta da tutti “con entusiasmo e grinta, anche se non sono mancati momenti difficili dovuti al grande cambiamento”, ha detto il comandante che nel rapporto d’attività prende a prestito alcune parole di Socrate: “il segreto del cambiamento è focalizzato tutto sulla tua energia, non sul combattere il vecchio, ma sulla costruzione del nuovo”.
La delegazione ha cercato e trovato al suo interno una linea politica condivisa, ha spiegato il presidente Maffi, cercando di interpretare anche i timori dei Comuni, che vogliono contenere i costi. L’idea di assumere tre professionisti è stata per il momento sospesa: il concorso è stato bandito per due posizioni. Quest’anno si vedrà: se sarà il caso “decideremo anche per una terza assunzione” ha precisato Maffi; senza dimenticare che anche il territorio di competenza potrebbe essere a ampliato, in virtù del progetto di aggregazione che si sta sviluppando in Val Mara.
Il Centro di soccorso cantonale pompieri del Mendrisiotto ha dunque tutte le carte in regola per ulteriori sviluppi.