Passi di danza sabato al museo di Chiasso

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Le fotografie realizzate da Dudovich sono molto simili ai passi di danza che negli stessi anni stava provando Charlotte Bara sul Monte Verità.

Momento importante, sabato 18 gennaio, per la mostra dedicata al cartellonista Marcello Dudovich (1878-1962), allestita fino al 16 febbraio al m.a.x. museo a Chiasso. Qui, fra le altre, sono esposte alcune fotografie intitolate “La dama bianca” e “La dama nera” che ritraggono giovani ballerine di danza contemporanea riprese negli anni Venti del secolo scorso in pose particolarmente suggestive sulla spiaggia. Immagini che documentano la curiosità di Marcello Dudovich verso le innovative posture di danza di quel tempo. L’artista triestino era un grande ammiratore di Isadora Duncan (che conobbe a Venezia). Negli stessi anni, ad Ascona, Charlotte Bara si dedicava alle medesime ricerche.
Traendo spunto da questo aspetto, sabato 18 gennaio, dalle 17, si terrà una performance in omaggio a Charlotte Bara eseguita da una ballerina professionista, Eleonora Chiocchini, del Teatro San Materno, con la regia e la coreografia di Tiziana Arnaboldi. La danzatrice, percorrendo le varie sale del museo, assumerà posture e vestirà abiti coerenti rispetto alla cronologia dei manifesti e delle fotografie esposte, con un adeguato sottofondo musicale. La presenza della ballerina nelle sale del museo rievocherà simultaneamente – e ne evidenzierà la somiglianza, a volte impressionante – fra le figure rese immortali da Dudovich e l’arte della ballerina tedesca Charlotte Bara.
Lo spettacolo è intitolato “Danza e mistero. Omaggio alla danzatrice Charlotte Bara” ed è già stato proposto con successo ad Ascona. Ha ricevuto il Premio svizzero patrimonio della danza 2018, un riconoscimento assegnato dall’Ufficio federale della Cultura.
Charlotte Bara, tedesca, nata a Bruxelles nel 1901, naturalizzata svizzera, si spense nel 1987 ad Ascona, borgo che ne conserva la memoria; il suo è tuttora fra i nomi più interessanti della danza contemporanea. La similitudine tra queste due pagine di danza contemporanea è stata “scoperta” durante l’esposizione dai curatori e dalla coreografa asconese.