
Il cinema ha declinato in molteplici forme il concetto di confine, riflettendo su avvenimenti storici, accendendo i riflettori sull’attualità e servendosi dei toni lievi della commedia o riportando sul grande schermo il dramma di vite vissute.
Il “Confine” è il titolo della rassegna cinematografica promossa nell’ambito della stagione del Centro culturale di Chiasso, curata da Matteo Fontana. Attraverso quattro appuntamenti al Cinema Teatro permetterà di riflettere attorno al tema letto da differenti punti di vista.
Il primo è in agenda martedì prossimo, 14 gennaio, alle 20.30. La rassegna sarà aperta dal film francese del 2009 Welcome, regia di Philippe Lioret, con Vincent Lindon e Firat Ayverdi. Commovente e doloroso, il film racconta l’anelito di ricongiungimento di un giovane immigrato curdo – che desidera con tutte le forze raggiungere la fidanzata a Londra attraversando la Manica a nuoto – e il rapporto con un maestro di nuoto francese.
Martedì 21 gennaio, alla stessa ora, verrà presentato Sicario (USA 2015) di Denis Villeneuve con Emily Blunt e Benicio del Toro. Il regista dedica alla terribile zona di Ciudad Juarez – tra Messico e Stati Uniti – un poliziesco duro e avvincente, ragionando sulla situazione geopolitica ma anche sui confini tra Bene e Male.
Sette giorni più tardi – martedì 28 gennaio alle 20.30 – sarà la volta di No Man’s Land, premiato nel 2002 con l’Oscar per il miglior film straniero. La “terra di nessuno” al centro del film del regista bosniaco Denis Tanovic è una striscia di territorio non attribuita durante le guerre che hanno insanguinato l’ex Jugoslavia negli anni ‘90. Una riflessione sull’assurdità di certe separazioni e sull’impossibilità di tracciare confini e di ragionare sempre e solo in base a essi.
Chiuderà la rassegna, martedì 4 febbraio alle 20.30, Good Bye, Lenin!, la fortunata commedia agrodolce tedesca del 2003 di Wolfgang Becker. Cosa succede quando un confine – in questo caso il Muro di Berlino – scompare? Tra il sorriso e la lacrima, l’ex DDR viene riesumata in una garbata forma narrativa che diverte e fa pensare.
Per il curatore dell’iniziativa Matteo Fontana, la nozione di frontiera non è necessariamente foriera di considerazioni bellicose o ostili: la volontà di superare i confini può rivelarsi al contrario uno stimolo per la crescita personale così come per lo sviluppo storico di intere popolazioni.
“L’Impero Romano – esemplifica Fontana – crollò perché non era più in grado di mantenere i propri, immensi confini; ma dall’invasione delle “genti barbare” sono nate, successivamente, culture eccezionali che perdurano ancora oggi. Insomma, dai confini (e dal loro variare, e dal loro essere violati, e dal loro essere ripensati) l’Uomo ha sempre tratto insegnamenti e sviluppo”.