Aggregazioni, il deserto intorno a Chiasso

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Le strade si dividono.

(red.) I Comuni vicini a Chiasso, al di là di qualche estemporanea enunciazione, non vedono alcuna necessità di avviare un confronto sulla possibilità di costruire un’aggregazione nel Basso Mendrisiotto.

Basta leggere i Preventivi 2020 di Balerna, Novazzano, Vacallo, Morbio Inferiore: non c’è una riga – in quello che rimane un documento programmatico importante – dedicata a un eventuale progetto. E la distanza sembra aumentata, tra Chiasso e la cintura, dopo la sconfitta del 2007, quando in votazione consultiva solo Chiasso si pronunciò favorevolmente alla fusione con Morbio Inferiore e Vacallo. “La nuova città di Chiasso è un polo forte”, si leggeva nei documenti pubblicati in quegli anni, gli stessi in cui maturarono e andarono felicemente in porto altre aggregazioni, quelle di Mendrisio, Castel San Pietro, Breggia; in vista c’è la fusione di Val Mara, che coinvolge 5 realtà comunali del Basso Ceresio.
Chiasso sta mettendo le fondamenta a progetti importanti nella zona dello scalo ferroviario, com’è stato annunciato durante la recente seduta del Consiglio comunale. Ma è difficile pensare che la città, in tempi brevi, possa farcela da sola; e forse non basta neppure l’appello agli investitori, rivolto loro nella medesima occasione.
Ci vorrebbe una città più forte, che tuttavia oggi non esiste. La fragilità delle finanze pubbliche è dovuta in parte proprio alle spese che Chiasso sostiene in favore di tutta la popolazione del Mendrisiotto, mettendo a disposizione le proprie infrastrutture, come il Palapenz che ora necessita di una profonda ristrutturazione. Intanto gli altri Comuni della cintura si rallegrano per le loro finanze in perfetta salute e riducono la pressione fiscale.