I “vertici” di Insieme a Sinistra e dei Verdi di Mendrisio stanno provando a formare un solo gruppo politico e di presentarsi in questo modo alle elezioni comunali del 2020. La risoluzione sul clima (cfr l’edizione del 15 novembre) potrebbe esserne l’anticipazione. Una “fusione” che ha una valenza strategica; ma che pure riflette parecchi valori condivisi, come dimostra il sostegno “verde” ricevuto dalla candidata del PS al Consiglio degli Stati al recente ballottaggio.
Il municipale di Insieme a Sinistra non chiederà il rinnovo del mandato, di comune accordo con il gruppo; decisione che lascia molto aperto il discorso della permanenza della rappresentanza futura della sinistra in Municipio. Il gruppo è consapevole, infatti, di aver bisogno di tempo per consolidare, di fronte all’elettorato, l’impegno dimostrato in questi anni di attività politica, sia nel Consiglio comunale, sia nel Municipio. Tempo, da qui ad aprile, ce n’è poco per recuperare e la congiunzione delle liste, come noto, non è ammessa. Come avvenuto in tornate elettorali precedenti, nell’appuntamento con il rinnovo del Parlamento federale i risultati hanno mostrato che in altri centri importanti del Cantone le candidature della sinistra hanno ricevuto maggiori consensi, rispetto a quelle contate a Mendrisio.
Dal canto loro, i Verdi cittadini, che pure hanno dimostrato molto impegno nella politica comunale, non sono sicuri di avere, da soli, i numeri per entrare nel Municipio, nonostante siano strafelici per aver contribuito, con una bella votazione, a portare a Berna una giovane esponente Verde. Insomma, se la sinistra mostra un certo calo di consensi, i Verdi, perlomeno a Mendrisio, hanno bisogno di tempo per crescere.
È prematuro prevedere l’esito delle discussioni avviate ai vertici. Ma un unico “luogo” che contenga le numerose aspirazioni rosse e verdi non sarebbe affatto una novità a Mendrisio. Negli anni Novanta del secolo scorso, quando su piano cantonale il Partito Socialista Ticinese (PST) e il Partito Socialista Unitario (PSU) si davano battaglia, ai socialisti del capoluogo sembrò naturale smetterla di sottolineare le differenze e di guardare piuttosto ai valori comuni. Nacque così uno spazio politico che raggruppò socialisti, ex socialisti autonomi, comunisti, indipendenti di sinistra. Quello che ha resistito finora.