Grattacapi in piscina: le tubature perdono

0
1430
L’impianto coperto dal pallone pressostatico durante la stagione invernale.

• (p.z.) È come un check-up medico quello che da giorni sta subendo l’impianto della piscina comunale di Chiasso. Una ditta specializzata sta sondando e radiografando le tubature, le vasche, i flussi. Si cerca in tutti i modi di trovare l’origine della perdita che lo scorso 5 settembre ha mosso i Municipi di Chiasso e Vacallo con l’Azienda AGE a sospendere l’esercizio dell’impianto di balneazione in anticipo rispetto al termine consueto della stagione estiva. Si incrociano le dita… che il guasto non sia nelle tubature sottostanti la vasca olimpionica.

“In ogni caso auspichiamo di potere aprire la stagione invernale quando sarà il momento e cioè a metà ottobre; – rassicura il capodicastero Davide Lurati – stiamo facendo il possibile per risolvere il problema e voglio sottolineare che non vi sono rischi per nessuno”. In effetti tutto il guaio è iniziato quando tramite le periodiche analisi nei pozzi che alimentano l’acquedotto di Vacallo (presenti in zona) è stata riscontrata una concentrazione anomala di cloro nell’acqua prelevata da uno di essi. Le sostanze estranee si sono presentate in un pozzo secondario usato solo sporadicamente. Per motivi di cautela, l’esercizio di queste fonti è stato interrotto da subito “e lo è tuttora” spiega il capo dell’Ufficio tecnico chiassese, Rudy Cereghetti. “Quell’approvvigionamento d’acqua è stato sostituito con fornitura dalla rete di Chiasso” continua il responsabile dell’Ufficio tecnico. Non potrebbe essere un’altra la causa della sostanza estranea trovata nell’acquedotto di Vacallo? Magari una piscina privata? “Per ora non possiamo essere sicuri al 100% ma, parlando di cloro, con tutta probabilità dovrebbe essere l’impianto di balneazione chiassese a causare il problema; è vero, ci sono alcune piscine private nei dintorni ma sono situate piuttosto lontano dal pozzo e sono di modeste dimensioni”. Quando pensate che si possa sbloccare la situazione? “Alla fine del mese dovremmo poter disporre dei risultati della panoramica. Sulla base di questi dati bisognerà capire se il difetto riscontrato possa dare adito a tutta questa dispersione”. È dunque una perdita importante? “Sì è una grossa dispersione ma non è uno stillicidio! Quel che è sicuro è che va definito il guasto e c’è il rischio che venga procrastinata l’apertura invernale con il pallone pressostatico”. La piscina è piuttosto ben frequentata, soprattutto durante l’estate. Si parla di 50-60 mila affluenze all’anno. La stagione invernale con il pallone dura di regola da metà ottobre al 31 marzo. Più avanti scatta la stagione estiva che vede frequentare la piscina bagnanti in cerca di refrigerio, nuotatori sportivi e famiglie intere. Quante sono le persone impiegate durante l’inverno? “Due persone per turno, in totale 5 o 6 persone; – indica Rudy Cereghetti – al momento queste persone stanno eseguendo i lavori di manutenzione per il termine della stagione estiva. Poi hanno diritto alle ferie”. Ed al loro rientro, si spera di aver già superato l’impasse. Una piscina coperta regionale non esiste ancora e, proprio lo scorso mese di maggio, i Comuni uniti hanno scritto al Cantone chiedendo che un impianto di questo tipo venga realizzato nell’ambito del futuro centro di studi a Mendrisio. A spianare la strada a quest’unità d’intenti regionale è stato in questi anni il lavoro del Gruppo trainato da Coldrerio, Chiasso e Mendrisio.