
Sono previsti nuovi scavi nei siti archeologici del Mendrisiotto, dopo quelli di Santa Maria in Borgo, a Mendrisio, condotti nel 2002 e nel 2014. È quanto si legge nel bollettino dell’Associazione Archeologica Ticinese (31/2019). Per quanto riguarda S. Maria in Borgo, quelli già effettuati, alla ricerca di reperti dell’epoca romana, non sono i primi. Notizie relative a questo insediamento romano di un certo prestigio nel nucleo storico di Mendrisio si hanno già a partire dalla fine dell’Ottocento. Una storia davvero interessante. Gli operai stavano posando tubature idrauliche sotto il sagrato, quando vennero alla luce frammenti di un mosaico a pavimento, che furono immediatamente distrutti. Ma la scoperta destò l’attenzione di due studiosi di spicco, Artuno Ortelli e Francesco Chiesa, in contatto con l’allora Museo storico di Lugano. Furono loro – scrive Ilaria Verga, dottoranda in archeologia all’Università di Neuchâtel – a segnalare all’autorità comunale di Mendrisio la possibilità che lì sotto ci fosse qualcosa d’importante. Infatti nell’agosto 1911 il Municipio di Mendrisio diede via libera ai sondaggi che portarono alla luce un pavimento lungo 2 metri che fu esposto al Museo di Lugano. Le informazioni relative alle circostanze dello scavo sono state fornite dagli Archivi storici di Mendrisio e Lugano, che conserva anche la fotografia della scoperta. Del pavimento romano si sono purtroppo perse le tracce quando il Museo di Lugano venne chiuso, nel 1963.
Il buio fino al 2002
Poi su S. Maria in Borgo scese il buio, fino al 2002, quando il Cantone venne chiamato a intervenire in occasione della costruzione di un parcheggio coperto, che oggi conserva uno degli angoli del pavimento portato alla luce cent’anni prima. Poi la terza “campagna”: il Cantone ha potuto indagare tra il 2013 e il 2014 la totalità del sagrato, circa 95 mq situati tra la chiesa e il parcheggio.
La rivista si diffonde nella descrizione dei ritrovamenti e sulle ipotesi dell’utilizzazione degli spazi. Si è giunti alla conclusione che gli elementi decorativi ritrovati, “indicano come a Santa Maria in Borgo si sviluppasse un edificio che, in termini moderni, potremmo definire “di alto standing”, scrive l’autrice del servizio.
Una data ancora non c’è, ma le prossime campagne tracceranno “più chiaramente un quadro storico-archeologico degli insediamenti romani nel Mendrisiotto, nel quale il sito di S. Maria sembra avere un ruolo di primo piano”. La decorazione utilizzata dai romani per il pavimento di Mendrisio è molto complessa e assai rara; ritrovamenti simili, risalenti al IV secolo d. C. sono registrati in Tunisia, Spagna e Inghilterra.