Discarica d’inerti sì, discarica no. Il tema – non c’è che dire – in Val Mara è caldo almeno quanto questa fine di giugno. Progetto di valore? Traffico che aumenterebbe su strade già sotto pressione? Territorio da tutelare o sanare? Quelli appena citati sono gli argomenti che si sentono nominare di frequente a proposito di questa battaglia iniziata già nel 2010 quando venne bocciato in referendum un primo progetto di doppia ampiezza rispetto all’attuale.
Il 9 novembre del 2018 L’Informatore aveva annunciato che ad Arogno si tornava alla carica con una nuova variante di Piano regolatore destinata a creare le premesse per la costruzione di una discarica d’inerti di proprietà privata in località Cassina (situata fra Rovio e Arogno, a lato della strada cantonale che collega i due Comuni). Lo scorso 14 giugno abbiamo acceso i riflettori sulle ragioni dell’imprenditore che la vuole realizzare per i cantieri locali di Rovio e Arogno in 40 mila mc da colmare in 20 anni risanando così un paesaggio ferito negli anni Sessanta. Originariamente il progetto prevedeva un impianto della capacità di 80 mila mc.
In quest’edizione invece spieghiamo le motivazioni dei contrari. E proviamo ad immaginare cosa potrebbe accadere in futuro. Non dimentichiamo che i Comuni di Bissone, Melano, Maroggia, Arogno e Rovio stanno realizzando uno studio in vista di una possibile aggregazione. Fusione che potrebbe influire sul futuro del progetto della discarica di materiali edili. C’è dunque chi preme sul gas per decidere prima che i rapporti di forza (anche politici) possano mutare.
• Il peso delle firme
Sono 333 le firme convalidate e raccolte nel Comune di Arogno in merito all’iniziativa popolare comunale “contro la discarica in zona Cassina”. Soddisfatto il Gruppo “Cittadini preoccupati per la discarica Val Mara” che si è fatto promotore dell’iniziativa e di cui è portavoce il consigliere comunale Giorgio Cometta. Lo incontriamo ad Arogno e per prima cosa facciamo un paio di calcoli… politici. “Per legge può firmare l’iniziativa popolare comunale solo chi è domiciliato nel Comune e votante. Abbiamo raccolto 333 firme. Politicamente è una vittoria. Il dato equivale al 65% di chi ha votato alle ultime elezioni comunali (avevano votato in 508 persone) e anche al 42/45% della popolazione votante ad Arogno”. Le firme sono valide ma l’iniziativa è stata dichiarata non ricevibile poiché la LOC (Legge Organica Comunale) stabilisce che un’iniziativa debba essere riferita ad un atto concreto del Municipio (decisione o messaggio) e nel caso specifico non siamo ancora a questo punto. “In questa situazione e visto il risultato della raccolta-firme – spiega Giorgio Cometta – ci saremmo tuttavia attesi che l’Esecutivo rinunciasse a presentare un nuovo messaggio municipale per la variante pianificatoria che crea le premesse a questo progetto dimezzato”. E così non è? “No, non ritirano l’idea. Sappiamo che intendono presentare il messaggio al Legislativo in ottobre”. Il Municipio dunque vuole che alla fine a decidere sia il Consiglio comunale. Se dovesse essere approvato? “Non demordiamo. Presenteremmo un nuovo referendum per bloccare l’introduzione della variante pianificatoria.”
Che cosa chiedete esattamente con l’iniziativa? “Che il Municipio si rivolga alle autorità cantonali affinché tolgano il sito di Arogno dall’elenco cantonale dei luoghi individuati per le discariche d’inerti. Senza questo stralcio rischieremmo di ritrovarci nuovamente in questa situazione fra qualche anno. Del resto nel 2013 era stato il Cantone stesso – in un documento – a definire “di riserva” e di “idoneità media” siti periferici come quello di Arogno. Bisogna considerare che dieci anni fa si prospettavano bisogni locali per inerti legati ai grossi cantieri della nuova ala del Tusculum e delle vecchie fabbriche ma ora…” . Il fronte dei “no” trova sostegno anche in quel di Rovio, Melano e Maroggia oltre che fra varie associazioni.