Cambio di mano alla guida dei Bisbini

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Si potrebbe dire “cambio di mano alle redini dei Bisbini” ma non è appropriato visto che questi cavalli di razza Avelignese, sul Monte Generoso, percorrono prati e spazi in tutta libertà. Non conoscono la sensazione delle redini! A mutare guida è invece l’Associazione che li gestisce ovvero l’Associazione Cavalli del Bisbino. L’assemblea che vedrà il passaggio di consegne fra presidenti è convocata mercoledì 29 maggio alle 20.30 all’Albergo Milano di Mendrisio. Luigia Carloni, presidentessa dell’associazione fin dalla sua fondazione nel 2010, ha preso la decisione di lasciare la carica… ma non i cavalli.

“Dopo dieci anni di impegno in favore dei cavalli del Bisbino annuncio che lascerò la carica di presidente dell’Associazione Cavalli del Bisbino”. Un percorso proficuo, il suo, che ha portato l’associazione agli attuali 600 membri (500 su suolo svizzero e 100 in Italia) ma soprattutto in questo spazio di tempo l’unione ha fatto la forza poiché tutti insieme, questi volontari, sono stati in grado di trovare una soluzione per questi magnifici cavalli: gli animali trascorrono l’inverno in un ampio recinto messo a disposizione gratuitamente dal Comune di Lanzo d’Intelvi (al Pian delle Noci, dove vengono accuditi e foraggiati da volontari) e durante tutto il periodo estivo possono vivere liberi sui pascoli del Monte Generoso. “Ho iniziato ad occuparmi dei Bisbini nel gennaio del 2009, prima ancora che nascesse l’associazione, quando questi cavalli rischiavano di essere catturati e di finire al macello. Ora i Bisbini sono conosciuti e amati e rappresentano un arricchimento per il territorio del Mendrisiotto e, in generale, per tutta la regione transfrontaliera e per la nostra montagna, il Generoso. Grazie al sostegno di molte persone, l’associazione ha potuto garantire la loro sopravvivenza e la loro salute e ve ne sono personalmente grata. Sono certa che questo sostegno continuerà anche in futuro. Lascio la carica di presidente ma i Bisbini resteranno sempre nel mio cuore perché hanno rappresentato e rappresentano tuttora una pagina importante della mia vita”. Luigia Carloni ci accoglie nella sua casa di Rovio. “Mi dicono che dal paese ogni tanto li vedono lassù” e indica la cima del Generoso che sovrasta il paesino. “Il mio compito in questi anni è stato soprattutto quello di mobilitare e sensibilizzare l’opinione pubblica e fare conoscere i cavalli e la loro storia tramite fotografie e articoli. Farli amare! E reperire i fondi per garantire la loro sopravvivenza. Ogni anno a fine settembre lanciamo un appello. Le spese concernono soprattutto il fieno, la manutenzione del recinto invernale, l’assicurazione e i costi veterinari”. Quanti sono al momento i cavalli? “Ventitre. Quando abbiamo iniziato ad occuparcene erano due gruppi. Era il 2009. Il loro padrone (un contadino che aveva la sua stalla sotto la cima del Monte Bisbino) era morto nel 2002 lasciandoli a cavarsela da soli come del resto erano in parte già abituati (li accudiva solo d’inverno con un po’ di fieno che portava in quota). Erano dunque già indipendenti e hanno vissuto per molti anni in condizione di quasi totale autonomia. Purtroppo durante l’inverno 2008-2009, caratterizzato da nevicate abbondanti e un clima particolarmente rigido, un gruppo di cavalli scese a Sagno in Svizzera e l’altro gruppo a Rovenna sopra Cernobbio, alla ricerca disperata di cibo. La montagna era infatti ricoperta da oltre un metro di neve”. Vennero scacciati e fu scompiglio generale, scoppiarono polemiche e malumori. Si temeva che fossero pericolosi e le autorità sia italiane che svizzere volevano catturarli e mandarli al macello, spiega la nostra interlocutrice. Fu allora che l’opinione pubblica (al di là e al di qua della frontiera) si mobilitò per salvarli. Occorreva un gestore e fu fondata l’associazione che ne divenne anche proprietaria. Con una transumanza furono spinti sugli spazi più ampi del Generoso dove vivono tuttora nella bella stagione. E vennero castrati i giovani maschi per evitare il proliferare del branco. Come fa quando vuole incontrarli? “Salgo da Orimento e li cerco percorrendo i vari sentieri”. La riconoscono? “La Bionda sì (una cavalla con la criniera molto chiara) ma a me piace guardarli. Li lascio passare”. A chi desidera vederli cosa possiamo suggerire? “Di passare loro accanto con fare indifferente. Non avvicinarsi troppo e soprattutto non dare loro del cibo per non attirarli in gruppo su di sé”. È la storia di cavalli fieri e schivi.