
Un’importante opera di Bernardino Luini, che si trovava in origine in Santa Maria degli Angeli a Lugano, è giunta negli scorsi giorni dall’Inghilterra ad arricchire la mostra Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo in corso alla Pinacoteca Giovanni Züst di Rancate.
Dopo secoli, per la prima volta, l’opera torna in Ticino: la rassegna rancatese rappresenta quindi un’occasione unica per poterla ammirare. La Madonna con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giuseppe e un membro della famiglia Quadri, tela del grande artista rinascimentale, ha alle spalle una storia avventurosa: viene infatti commissionata intorno al 1525 dai Quadri, una famiglia comasca presente nel Luganese dal 1200, per la seconda cappella a destra entrando in Santa Maria degli Angeli.
Attivi nella vita politica locale già nel Quattrocento, i Quadri guadagnano sempre più influenza sul territorio anche grazie al medico chirurgo Francesco Quadri, che nel 1512 è nominato rettore dell’ospedale cittadino. Intorno al 1840 la tela del Luini viene venduta da Fra’ Tommaso Mornatti da Casalzuigno, guardiano del convento che sarà soppresso di lì a poco e, passando di mano in mano a diversi collezionisti e antiquari, giunge infine per donazione alla Saint Bartholomews Church di Orford, una chiesa fuori dai circuiti tradizionali, nelle campagne inglesi, nel 1950.
La tela completa la mostra Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2, che si interroga sulle forme di conservazione e di dispersione del patrimonio artistico ticinese di epoca e stile rinascimentale, con il temporaneo rientro di numerose opere che hanno lasciato queste terre.
In Santa Maria degli Angeli a Lugano si trovava pure un trittico di Calisto Piazza oggi diviso tra più proprietà e per la prima volta, dopo secoli, riunito. È anch’esso in queste settimane a Rancate, esposto insieme alla pala di Luini, con l’allestimento di Mario Botta, e a molte altre opere che hanno lasciato le sedi per cui erano state realizzate per trovare definitivo asilo nel Landesmuseum di Zurigo o per entrare in collezioni pubbliche e private: vetrate, sculture in legno, marmi, dipinti, tutti alla Pinacoteca Züst fino al 17 febbraio.