(red.) Secondo capitolo – dopo quello del 2010 – di un approfondito lavoro di ricerca e analisi, Il Rinascimento nelle terre ticinesi è nuovamente protagonista nelle sale della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate. La messa in scena curata dall’architetto Mario Botta impreziosisce la mostra che si inserisce perfettamente nello spirito dell’Anno europeo del patrimonio culturale, interrogandosi sulle forme di conservazione e di dispersione del patrimonio artistico. Il sottotitolo “Dal territorio al museo”, precisano i curatori Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, rende conto di un’espressione d’altri tempi, “lontana delle logiche del mostrificio”. L’impianto è volto infatti alla politica culturale.
Lo spunto iniziale è rappresentato dalla recente acquisizione, da parte del Cantone, di un dipinto di Francesco De Tatti – pittore significativo dell’area insubrica – parte del polittico già sull’altare maggiore della chiesa di Santo Stefano a Rancate, adiacente alla Pinacoteca. Una sequenza di sue opere, riunite per la prima volta in un’unica sede, consente di apprezzarne la cultura visiva che rende conto anche di una precoce conoscenza delle novità raffaellesche.
L’esposizione illustra inoltre opere di pregio che, nel tempo, hanno lasciato le terre ticinesi: dalla pala di Bernardino Luini (che si trova oggi in una chiesa della campagna inglese), a un trittico di Calisto Piazza diviso tra più proprietà e, per la prima volta dopo secoli, riunito; entrambi si trovavano in Santa Maria degli Angeli a Lugano. Altre opere hanno invece lasciato le sedi per cui erano state realizzate per trovare definitivo asilo al Landesmuseum di Zurigo.
Il contesto è quello di una regione predisposta, per natura, ad accogliere l’immigrazione di artisti, ma caratterizzata, un tempo, da una forte emigrazione.
La rassegna in corso è focalizzata sul territorio e ne illustra, anche in maniera didascalica, i luoghi d’interesse. Nel ricco catalogo che accompagna la mostra (Edizioni Casagrande) si trovano anche approfondimenti sulla storia della chiesa di Santo Stefano, di Lara Calderari, e sul progetto di Tita Carloni per la stessa Pinacoteca Züst a firma di Nicola Navone.
L’esposizione, rammentano gli organizzatori, è anche un modo per ricordare un collaboratore della Pinacoteca, il grafico e pittore Mario Mondo, scomparso nel 2015, che aveva realizzato alcuni murali per l’esposizione dedicata al Rinascimento di otto anni fa. Uno di questi è stato rifatto per l’occasione dall’amico e famoso pittore milanese Giovanni Frangi.