Premio Ratzinger a Mario Botta, la consegna domani in Vaticano

0
1673
Mario Botta e Marc Collomb

• (red.) Mario Botta vince il Premio Ratzinger. Gli verrà consegnato domani 17 novembre in Vaticano da papa Francesco con padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger/Benedetto XVI. Si tratta della VIII edizione del Premio che è stato istituito nel 2010 in Vaticano direttamente da Benedetto XVI. Oltre all’architetto svizzero Mario Botta, vince quest’anno anche la teologa tedesca Marianne Schlosser ed è la seconda volta che il premio viene assegnato ad una donna. Ad annunciare i nomi dei vincitori è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Sul portale della Diocesi Ambrosiana denominato “Chiesa di Milano”, Botta viene definito “archistar internazionale”. Nato nel 1943 a Mendrisio (in Svizzera) – si dice sul portale – si aggiudica un premio alla via pulchritudinis, come ha commentato Ravasi: “L’universale non è solo il vero e il bonum, c’è anche il pulchrum. “Fra le archistar attuali – si legge su “Chiesa Milano” – Mario Botta è quello che in assoluto più di tutti ha elaborato e costruito edifici sacri, circa una ventina, tra cui una sinagoga cimbalista e una moschea che sta costruendo in Cina”. Fra gli edifici di culto costruiti da Botta, possiamo ricordare la Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, la cattedrale di Evry a Parigi e la concattedrale del Santo Volto a Torino. Ma chi è l’altra vincitrice di quest’edizione? La teologa tedesca Marianne Schlosser è nata nel 1959 in Baviera. È una teologa cattolica, ordinario di teologia della spiritualità alla Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Vienna dal 2004. Una profonda conoscitrice della teologia e della spiritualità della Patristica e del Basso Medioevo, con particolare attenzione agli ordini mendicanti. Ha tradotto in tedesco gran parte dell’opera di San Bonaventura ed è stata curatrice del Volume II dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger su “L’Idea di Rivelazione e la Teologia della storia di Bonaventura”.
Mario Botta in un’immagine d’archivio che pone in risalto il suo desiderio di comunicare.