FC Mendrisio ormai alla deriva

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Stefano Bettinelli, il nuovo mister del Mendrisio

EL) Francesco Ardemagni non è più l’allenatore del Mendrisio e nemmeno il direttore sportivo: “Mi sono messo da parte io, l’ho fatto per il bene della società” – ci ha precisato il giorno dopo.

Lo aveva detto esplicitamente quando era stato chiamato a dirigere una squadra malmessa già in partenza. La responsabilità, allora, era ricaduta – a torto – su Mattia Croci Torti cui era stata affidata, per motivi di budget, una formazione dalle potenzialità chiaramente ridotte rispetto a quella della stagione precedente, conclusa a un passo dalle finali. “Arde” al momento di tornare sulla panchina, disse testualmente: “non ho la bacchetta magica, vedrò cosa posso fare”.
Il Mendrisio ha ora deciso di chiamare un terzo allenatore: l’italiano Stefano Bettinelli, già giocatore nelle fila momò. Per lui una grande sfida quella di preparare la squadra per affrontare al meglio le 12 partite da “ultima spiaggia”.

Ardemagni ha scelto di uscire dalla porta principale. Ecco le sue parole:
Il Mendrisio ha bisogno della mia lontananza. Primo perché mi ritengo il responsabile numero uno di questa situazione: soffro molto nel vedere la squadra in così grave difficoltà. Premetto che il Mendrisio ce l’ho nel cuore, magari gli resterò vicino ma senza più incarichi operativi: ne sarò sempre il primo tifoso.
Ho veramente bisogno di staccare, reputo giusto che sia il momento per la società di iniziare un nuovo ciclo con giocatori nuovi e anche nuove persone che si occupino della gestione.
Credo sia la soluzione migliore per tutti. Da gennaio ci sarà un nuovo allenatore (Bettinelli, appunto), c’è bisogno anche di un direttore sportivo, spero lo faccia Luca Roncoroni che è un giovane, molto bravo e preparato.

Insomma, finito un ciclo, ne sta per iniziare un altro…
Sono sicuro che il Mendrisio è in buone mani. Farà di tutto per mantenere la categoria, ne sono convinto. Se non ci riuscisse, non sarà il caso di farne un dramma: meglio una retrocessione sul campo, piuttosto che fare la fine dei vari Locarno, Bellinzona e Lugano!

Ma è impossibile porvi rimedio?
A giugno abbiamo adottato questa linea di austerity proprio perché c’era questo tipo di rischio. Sottolineo che il FC Mendrisio può guardare in faccia a giocatori, allenatori, fornitori e tutti quanti perché non ha debiti con nessuno.

Infatti si era parlato di un anno di transizione, ma non di occupare l’ultimo posto della classifica…
In effetti nessuno se l’aspettava. Ma il calcio non è una scienza esatta, 2 più 2 non fa quattro… Non è come dici tu che la squadra sia stata sventrata: solo per fare dei nomi, i Cataldo, Kabamba, Croci-Torti, Perego, De Biasi, Moscatiello ci sono ancora. C’è però da tenere presente che Andrea è stato spesso assente, Moscatiello si è preso cinque giornate di squalifica e Kabamba ha giocato due partite! Intendo dire che si sono verificati parecchi fatti importanti… E poi, ci sono anche gli avversari!

Sei subentrato a campionato in corso, è questo il tuo rammarico più grande?
Sì, non avrei dovuto farlo. Oggi non mi sento più motivato: per fare l’allenatore bisogna esserlo fortemente, avere delle ambizioni. Era giusto che uscissi di scena.