(red.) È stata lanciata l’iniziativa legislativa dei Comuni “per la revisione transitoria dei criteri di partecipazione dei Comuni alla spesa cantonale per l’assistenza sociale”. I promotori sono 7, tra cui Novazzano, Chiasso e Maroggia, per quanto riguarda la nostra regione. Per capire il problema ecco la situazione di Novazzano. Le famiglie residenti che hanno ricevuto prestazioni assistenziali nel 2017 da parte del Cantone sono state 37. Si tratta di assegni cantonali, ma anche i Comuni sono chiamati alla cassa, rimborsando al Cantone una quota che rappresenta il 25% delle prestazioni erogate. Il criterio del rimborso si basa esclusivamente sulla spesa generata dai casi di residenti nel Comune: più il numero di casi è alto, più è elevato l’importo che il Comune deve pagare al Cantone. E viceversa.
Novazzano ha così versato 134’450 franchi nel 2017 e 164’000 fr nel 2016; a preventivo, nel 2018, il Municipio ha calcolato 140 mila fr. Gli importi compaiono nei bilanci, alla voce “Contributo sussidi sostegno sociale”. Ma alla voce “assistenza”, per quanto riguarda Novazzano, non c’è soltanto il contributo da versare al Cantone. Si legge, infatti, nel consuntivo 2017: “il numero di assistiti, 37, è importante e impegnativo da seguire; il servizio offerto dalle consulenti sociali è sempre più sollecitato e le problematiche da risolvere viepiù complicate”. Novazzano, insomma, non si tira certo indietro in questo settore; oltre a contribuire alla spesa cantonale con le cifre importanti appena indicate, dispone di una rete sociale efficiente, animata ormai da oltre un decennio da figure specializzate incluse nell’organico comunale, oggi con un rapporto d’impiego del 60%. Ma poi ci sono anche i curatori e i tutori di quelle persone che faticano a stare al mondo, che alla fine dell’anno inviano all’amministrazione comunale il conteggio delle loro prestazioni. Poi ci sono i richiedenti l’asilo: anche per loro, per una certa parte di spesa, occorre l’intervento del Comune.
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