Il bello della lingua dei segni

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Alcune riprese si sono svolte al Centro commerciale Serfontana, sulla scala mobile e presso il piccolo negozio Persian Chai che da qualche tempo ha portato al Serfontana i colori, i profumi e i sapori della frutta

• (red.) Su un marciapiede della stazione di Mendrisio; al Centro commerciale Serfontana; in una fisioterapia; in una farmacia; presso un’osteria. È in questi luoghi che nei giorni scorsi sono state girate le scene di un video professionale che sarà utilizzato per promuovere la lingua dei segni. L’idea l’ha avuta qualche anno fa Mirella De Paris, di Castel San Pietro, giornalista e conduttrice alla RSI. “Un giorno, uscendo dalla funicolare che porta in centro città a Lugano, ho notato davanti a me due ragazze che camminavano verso Piazza Riforma; conversavano molto vivacemente; eppure, al mio orecchio, sebbene fossi soltanto a pochi passi da loro, non arrivava alcuna parola. Poi ho capito, anzi ho visto. Le due giovani donne erano sorde e comunicavano usando i segni del loro linguaggio. Mi sembrava di assistere ad un duetto di armoniose mani parlanti”.
L’idea è nata in quel preciso momento: la lingua dei sordi, con le sue declinazioni in uso nelle varie parti del mondo, merita di essere valorizzata, provando a farla diventare la lingua di tutti, iniziando dai bambini. Da allora, con un impegno notevole e l’aiuto di esperti, udenti e sordi, è stato messo a punto un codice dei segni internazionale nuovo, creato ad hoc e rivolto agli udenti, con circa 1500 gesti, attinti alle diverse lingue dei segni esistenti. Il lavoro continua grazie all’associazione no profit Uniwording, che ha sede a Castel San Pietro ed è rappresentata da Mirella De Paris e Silverio Pedrini, copresidenti.
Un progetto nato e cresciuto in Ticino, insomma, che presto potrà essere ulteriormente conosciuto grazie al video girato la scorsa settimana per un sito di crowdfunding internazionale, una forma di finanziamento collettivo, rivolto anche alle risorse locali, che permetterà di avere a disposizione gli strumenti didattici per diffondere Uniwording nel mondo. Il nuovo codice è pensato per facilitare le cose a chi viaggia; a chi, per un motivo o l’altro, emigra in un’altra regione del mondo; in generale è destinato a tutti coloro che provano il desiderio di imparare un diverso modo di esprimersi, di giocare con i gesti delle proprie mani e l’espressione del volto, di condividere questo piacere con altre persone. Sullo sfondo un antico sogno: l’esperanto, la lingua “artificiale” nata verso la metà dell’Ottocento, coltivata non senza difficoltà nei decenni successivi. Ma Uniwording è più divertente e meno complicata! Anche perché non c’è di mezzo la grammatica.