I numeri della crisi nell’enclave

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Protesta all'Arco di Campione

(p.z.) “Non chiediamo denari ma solo patti chiari”. “Campione è d’Italia”. “Vogliamo lavorare”. Inneggiando a slogan come questi e battendo mestoli e pentole, circa seicento persone – la forza lavoro del Casinò con amici e familiari – hanno sfilato lunedì mattina dalla Piazza del Municipio di Campione fino all’Arco per poi rientrare al piazzale Maestri Campionesi passando davanti alla Casa da gioco. Un corteo rumoroso “per far sentire la nostra voce a Roma”… “non ci resta che questa via dopo che ne abbiamo tentate tante”… a dire sconsolati gli impiegati del Casinò e le organizzazioni sindacali che li sostengono. Sono SLC-CGIL FISASCAT-CISL UILCOM-UIL UGL SNALC-CISAL LIBERSIND-CONFSAL: molte sigle per combattere il vuoto che il fallimento della Casa da gioco ha lasciato nell’enclave che conta circa 2mila abitanti. Ma come è al momento la situazione?, abbiamo chiesto ai rappresentanti sindacali. “Ci rivolgiamo a Roma perché Salvini e Di Maio devono darci una risposta. La soluzione deve essere politica”. Mamme con i passeggini, cani al guinzaglio, bambini, dipendenti della casa da gioco e anziani. Sono famiglie intere rimaste senza stipendio e nell’incertezza totale per il futuro (cfr. l’Informatore del 3 agosto e la questione dei 5 anni). Sfila il paese e chi non è nel corteo sta alla finestra o in terrazza a guardare. “Siamo sospesi dal lavoro per 60 giorni; – ci spiega un croupier messo a dura prova dalla canicola che non è nulla rispetto alla preoccupazione per il futuro – non abbiamo ancora ricevuto la lettera di licenziamento e quindi per ora non possiamo iscriverci alla Cassa disoccupazione, possiamo solo informarci. L’ultimo stipendio è stato quello di luglio ma già da anni ci avevano ridotto la busta-paga”. I numeri della crisi impressionano: 500 sono i dipendenti della Casa da gioco fallita di cui – ci dicono – 350 sono residenti in Svizzera (fuori dai confini di Campione) ovvero fra Maroggia, Melano, Rovio, Riva San Vitale e altri Comuni del comprensorio. Altri 102 sono i dipendenti del Comune di cui 84 sono a imminente prospettiva di licenziamento poiché – per legge – un Comune di 2mila abitanti dispone di poco più di una decina di impiegati (a maggior ragione se attraversa una crisi come quella dell’enclave). Otto sono i milioni che conteneva il caveau del Casinò che è stato svuotato la scorsa settimana sotto i fischi della popolazione: erano in buona parte fondi e assegni di vincitori che li depositavano temporaneamente in loco per non transitare dalla dogana con i frutti della fortuna. E proprio loro – insieme a molti altri creditori fra cui il Comune di Lugano – lamentano debiti per 130 milioni in totale. È questa la cifra di cui si parla mentre 4 consiglieri comunali invitano il sindaco Roberto Salmoiraghi a dimettersi e i cittadini creano un hastag #salviamocampione per sensibilizzare anche i più giovani sui social. La battaglia prosegue e il presidio davanti al Municipio è continuo (la sera alcuni campionesi rimangono a vegliare anche fino alla mezzanotte!) e durerà fino al 26 agosto. E poi?