
(red.) C’erano inquilini dello stabile di venti, trent’anni fa, fra i numerosi visitatori che sabato 2 e domenica 3 giugno, a Mendrisio, hanno salito le scale del Palazzo ex Jelmoli, in occasione della mostra fotografica “Seconda vita”, proposta dagli allievi dei corsi per adulti del Cantone. E così quella che era stata presentata come una cerimonia d’addio allo stabile, per parecchi cittadini si è trasformata in una piacevole sorpresa: mai l’avevano visto, dall’interno.
I “già” inquilini hanno provato un po’ d’emozione rivedendo stanze, tinelli, sale, bagni e cucine in cui un tempo abitarono. Le fotografie sono state apprezzate per l’impegno, la creatività e la cura tecnica con cui sono state realizzate. Erano appese, nella forma scelta dagli stessi allievi fotografi, un po’ qui, un po’ là, nei vari locali e nei corridoi del futuro ex palazzo di Piazza del Ponte, ripartite per i temi lanciati nei vari corsi: Foto 2, Nudo astratto, Foto sensuale, Fotografia matrimonio, Sviluppo e stampa 2, Fotografia Trucco pop art.
“Il titolo della nostra breve rassegna, spiega a l’Informatore il portavoce del gruppo e organizzatore della mostra Gianluca Padlina, l’abbiamo voluto per sottolineare che il luogo si appresta ad una seconda vita. Ciò nella prospettiva che, a demolizione avvenuta, la città si troverà al cospetto di un cambiamento, di un nuovo spazio, sui destini del quale, negli anni, si innesterà inevitabilmente un confronto pubblico, visto che ancora non sono state fatte scelte pianificatorie in rapporto alla zona del nucleo storico circostante. L’ex Jelmoli sarà sostituito da un altro edificio? La piazza resterà così per sempre?”.
Per diversi visitatori il “contenuto” dell’edificio è stata una vera sorpresa, abituati, come siamo tutti, a vedere in Piazza del Ponte quelle brutte facciate che stridono con gli altri caseggiati. L’architettura interna, nonostante i segni dell’incuria, è apparsa agli occhi di molti interessante e anche moderna, per l’epoca in cui è stata concepita, negli anni Sessanta del secolo scorso.
La struttura, insomma, ha un certo pregio e di questo molti visitatori hanno avuto consapevolezza soltanto vedendola da vicino. “C’è stato anche chi si è posto, in modo del tutto legittimo, la domanda se vale la pena demolirlo davvero, l’ex Jelmoli; o se, sostituite le facciate, si può tenerlo in piedi, ristrutturandone gli spazi e dando al palazzo nuove funzioni”, rileva Gianluca Padlina.