Nuova vita per i Cuntitt

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(p.z.) “Eventi simili capitano circa ogni 20-30 anni in un paese di medie-piccole dimensioni come il nostro” ha esordito Alessia Ponti, sindaco di Castel San Pietro. L’inaugurazione della ristrutturata Masseria Cuntitt ha entusiasmato la popolazione e non solo quella di Castello. Molti sono venuti da fuori Comune per ammirare il risultato di poco più di due anni di cantiere ma molti di più di gestazione del progetto.

Un evento storico per Castello sottolineato con una serie di proposte e appuntamenti che hanno riscosso molto successo. Dal concerto di Sebalter sabato sera, poi domenica la celebrazione della messa nella corte seguita dalla parte ufficiale con il pranzo ed il pomeriggio d’animazione per i bambini. Da segnalare anche le bancarelle e la mostra con gli oggetti del passato della Masseria.
Con la realizzazione del progetto, “Vecchio e moderno si abbracciano armonicamente e suggeriscono un nuovo modo di vivere il paese; – ha spiegato ai presenti Alessia Ponti – si utilizzano tutte le infrastrutture e comodità della modernità, ma non si dimentica – anzi si rivalorizza – quanto di buono avevano i nostri avi come ad esempio il valore della collettività, vivere il prossimo, condividere gli spazi, curare il territorio”.
I primi passi nel 2009 quando l’allora municipale Fernando Parravicini con i colleghi di Municipio sottoposero al Legislativo un messaggio per indire un concorso pubblico in vista della ristrutturazione. Una giuria preposta, nel 2010, raccomandò all’Esecutivo di assegnare il mandato all’architetto Edy Quaglia. Fra scelta e progettazione, la prima vera riunione di cantiere si tenne nel gennaio del 2016. E “riattazione conservativa” è stata, secondo il principio al quale si è ispirato l’architetto Quaglia. Una questione di metodo che ha saputo concretizzare l’idea di rispettare la testimonianza e la bellezza storica dell’edificio, mantenendone il valore formale, materico e cromatico. Intervenendo all’inaugurazione ufficiale, il consigliere di Stato Norman Gobbi ha espresso un plauso al Comune che ha rinunciato alla demolizione delle testimonianze e dei ricordi del passato ed ha voluto mantenere un importante esempio di architettura rurale del Mendrisiotto con il chiaro scopo di carattere associativo: “la nuova struttura vuole ricreare l’ambiente della corte come luogo privilegiato di incontro intergenerazionale”.