(red.) Sono stati fra i primi insegnanti di educazione visiva nella scuola media, che vedeva l’alba in quegli anni. Di anni, poi, ne sono passati una quarantina ma le strade professionali, artistiche ed umane di Jean Marc Bühler, classe 1949 e Marco Piffaretti, 1952, sono rimaste vicine, tanto d’aver voluto allestire insieme una mostra; ed intitolarla “Dü soci in Riva al làgh”. Sarà inaugurata venerdì 1. giugno alle 18 a Riva San Vitale nella sala del torchio.
Parlando di quel periodo, i due artisti ricordano volentieri lo spirito del CSIA, il Centro scolastico per le industrie artistiche: “In quella scuola ci hanno insegnato ad insegnare e gli insegnanti erano degli specialisti nelle varie tecniche”; fra i docenti incontrati durante la formazione c’erano Milo Cleis, Emilio Rissone, Nag Arnoldi, Pietro Salati, Carlo Cotti, Alberto Salvioni.
Bühler, luganese, ha terminato il CSIA con il diploma federale di grafica. Dopo un soggiorno a Parigi è rientrato in Ticino e ha frequentato, sempre al CSIA, un corso triennale di studi applicati al disegno che gli ha aperto la porta della scuola in cui ha insegnato 36 anni. Piffaretti, di Ligornetto, oltre 40 anni di insegnamento alle Medie di Balerna (i primi alle “maggiori”) ha il diploma di decoratore-espositore e dopo aver frequentato corsi di disegno e scultura si è diplomato come docente di disegno e lavoro manuale; seguendo, come Bühler, l’evoluzione di questa materia scolastica, che nel tempo ha cambiato contenuto e nome.
L’impegno artistico
“L’arte l’abbiamo sempre avuta nel sangue”, dicono entrambi; insieme ad una voglia di fare, di creare, che occupava Piffaretti e Bühler il sabato, la domenica e nei mesi estivi, quando le scuole erano chiuse.
Al dilà dell’amicizia che li lega e della lunghezza del percorso svolto fin qui, i due artisti si presentano con una notevole diversità di risultati. Tutti sono lavori assai precisi, raffinati, che in comune hanno la precisione del tratto, la predilezione per la figura umana. Piffaretti si spinge sovente nella dimensione spirituale: le incisioni come studio della scultura delle “stazioni” della Via Crucis ne sono l’esempio; Jean Marc Bühler cerca ispirazione tra i soggetti dalla quotidianità, riproposti “con spezie di satira, inonia e paradosso”, utilizzando diverse tecniche della grafica, ma anche materiali più… pesanti, come la pietra, con cui traduce la realtà di oggetti comuni in illusioni. A Riva San Vitale l’artista, specchiandosi forse nelle antiche abitudini del lago che sta lì a due passi, raccoglie il proprio lavoro sotto un’insegna da negozio, “Venerdì pesce”. “Quando sono nato – dice Bühler – i paesi erano ancora paesi e ci si conosceva tutti; al limite, non ci si fidava di qualcuno perché lo si conosceva bene… mentre oggi potrebbe essere probabilmente il contrario…”.
Marco Piffaretti porta nella sala del Torchio una ventina di formelle in bronzo in cui ha voluto racchiudere ciò che gli hanno regalato schiere di allievi in quarant’anni di scuola, intitolate “In viaggio”, “Sogni”, “Delusioni”, “Incontro”, “Scontro”… “Sono emozioni, desiderio di comunicare, o di isolarsi, di stringere nuove relazioni, aprirsi alla vita”, annota lo scultore di Ligornetto.
La mostra, alla cui inaugurazione parteciperà anche il poeta Fernando Grignola, che leggerà alcune pagine attinenti all’ambito lacustre, resterà aperta fino al 17 giugno il sabato e la domenica dalle 14.30 alle 18.30.