
• Un lettore, Guido Veri, ci invia questa breve ed originale ricerca che pubblichiamo volentieri su un aspetto poco conosciuto della vita rurale che ci siamo lasciati alle spalle anche nel Mendrisiotto.
Uno sguardo fugace m’incuriosisce e mi porta al passato. La finta finestra posta sulla parete del solaio dell’ex casa Piffaretti a Ligornetto è in effetti una “passeraia”, “passaréra”. A cavallo fra i due secoli passati ne erano provviste alcune costruzioni. I passeri, curiosi, vi entravano dai piccoli fori, trovando all’interno un ambiente tranquillo e sicuro, dove nidificare nella semi oscurità. Il padrone di casa non aveva che da prendere – a sua discrezione in base alle bocche da sfamare – una certa quantità di giovani passeri implumi per condire la polenta quotidiana con proteine a costo zero.
Gerolamo Vassalli, fatta fortuna in Inghilterra, acquistò da benestanti milanesi una casa padronale a Tremona, munita di una torretta passeraia.
A quel tempo, oltre alle colombaie e alle passeraie, c’erano pure i roccoli. A Ligornetto, sulle alture della Cantinetta esisteva il “Roccolo Vela”, la cui particolarità era la sua ubicazione: si trovava oltre confine. Viene da pensare che Vincenzo Vela potesse “uccellare”… all’estero grazie alla gentile concessione del Governo italiano, memore di aver avuto il celebre scultore nei ranghi degli eserciti che combattevano le guerre del Risorgimento.
All’entrata sud di Ligornetto, oggi quartiere di Mendrisio c’è tuttora, ben conservato ma in disuso, il roccolo di proprietà Bullani.
Nel rispetto delle abitudini dei vegetariani e dei vegani di oggi non ci si scandalizzi se in un tempo non molto lontano questi pennuti diventavano preziosi cibi da mettere nel piatto, insieme a quelli del pollaio domestico di cui si utilizzavano anche zampe di gallina, creste e bargigli del gallo. Non si buttava nulla: pure l’intestino del pollame, debitamente pulito, finiva nel minestrone, a mo’ di trippa.
Tutto ciò per quanto riguarda la dieta del passato, mentre il futuro è già domani: ci aspettano cavallette, “bisioc e cagnot”. Buon appetito.