(red.) Il servizio di “Patti chiari” trasmesso venerdì 19 gennaio dalla RSI sul contenzioso apertosi a Sorengo tra privati e Municipio riguardo ad un progetto edilizio, richiama la questione della trasformazione dei servizi pubblici in enti di diritto privato, nel caso specifico le aziende elettriche. Nel Mendrisiotto c’è un solo esempio: dal 2011 l’Azienda gas elettricità AGE di Chiasso è diventata una SA con un azionariato pubblico al 100 per cento. Ma nella nostra regione il tema “SA o restare così” aveva scaldato non poco il dibattito politico, quando lo scorso anno a Mendrisio c’è stata una votazione molto sentita dalla popolazione.
Il problema a Sorengo è nato quando nel quartiere di Gemmo i residenti in una proprietà per piani – cui era stato garantito, al momento di comperare, che davanti a loro non sarebbe stato costruito nulla – qualche tempo dopo sono stati informati di una domanda per la costruzione di un palazzo ancora più alto del loro.
Sono stati inoltrati ricorsi e opposizioni; ci vorrà del tempo affinché siano risolti. Ad una prima valutazione sembra che il Municipio locale abbia agito nel giusto modo, stando alle dichiarazioni del sindaco e a quelle rese nella risposta ad un’interrogazione.
Al di là del Piano regolatore
Ma al di là degli aspetti che riguardano il rispetto della legislazione in materia edilizia e di Piano regolatore, approfonditi da “Patti chiari” c’è un punto che pure merita attenzione. Il terreno al centro della polemica, che misura 1’580 metri quadrati, apparteneva all’Azienda elettrica di Massagno (AEM), distributrice e anche produttrice di elettricità, fondata nel 1925, che a Gemmo aveva costruito negli anni Ottanta una cabina di trasformazione, messa fuori servizio nel febbraio 2013.
Lo stesso mese l’azienda chiese espressamente al Municipio di Sorengo di modificare il PR affinché si potesse destinare il fondo a zona residenziale, togliendo dunque di mezzo il vincolo di “zona per attrezzature ed edifici pubblici” che ne limitava l’uso. Bisogna precisare che il PR indica in ogni caso, su quel fondo, parametri edificatori simili a quelli dell’adiacente zona residenziale, dove appunto abitano coloro che protestano contro il progetto; sarebbe stato perciò ben difficile, e costoso, giustificare il mantenimento di una restrizione in favore del Comune di Sorengo che non ha necessità di quel terreno. Sorengo ha introdotto il cambiamento richiesto nel PR con una modifica di poco conto, senza dunque l’obbligo di passare davanti al CC.
Ente privato “libero di agire”
Come mai l’Azienda elettrica ha potuto vendere il terreno, partecipando così in modo attivo al mercato immobiliare? Ci fu, in passato, un cambiamento sostanziale, che essendo trascorsi diversi anni, oggi non è così appariscente rispetto al contenzioso sottolineato da “Patti chiari”. L’ AEM, ha spiegato il Municipio di Sorengo rispondendo ad un’interrogazione, è diventata una SA nel 2002. Prima di allora si trattava “di un’azienda ai sensi della legge sulla municipalizzazione dei servizi pubblici del 12 dicembre 1907 (tuttora in vigore ed in fase di revisione), dunque impossibilitata ad avere beni propri, in quanto istituto di diritto pubblico privo di personalità giuridica. Con la trasformazione in Azienda Elettrica Massagno AEM SA, il bene è passato, anche de iure, alla stessa azienda”. Più avanti, nella medesima risposta si legge che “AEM SA, in qualità di privato proprietario è libero di agire come meglio crede e di affidare l’edificazione ad un costruttore di sua scelta. Non spetta al Municipio esprimere giudizi sulle scelte dei proprietari nell’ambito dell’esercizio dei loro diritti”. Premesse che non portano di sicuro acqua al mulino di chi, come il consigliere di Sorengo in questione, aveva chiesto se non fosse stato possibile concordare un utilizzo pubblico comune del terreno di Gemmo con Massagno o Lugano.
“Acquistare e vendere immobili”
La vendita del fondo, di grande valore, vista la zona, ha portato sicuramente un discreto capitale nelle casse dell’AEM SA di Massagno che servirà a consolidare le finanze. L’utenza è costituita, da circa 9 mila economie domestiche, distribuite in 9 Comuni. Il borgo luganese è in forte sviluppo, se si pensa che da qui al 2020 vanno in costruzione, come si legge nei documenti del Consiglio comunale, oltre 400 appartamenti.
Se si torna al confronto politico apertosi lo scorso anno a Mendrisio, fra le ragioni degli oppositori alla trasformazione in SA delle AIM, non venne espressamente manifestato il timore di vedere venduti beni comunali; e, questo, sebbene gli statuti fossero chiari al riguardo; al punto 2 si legge, infatti, che la SA avrebbe avuto “la possibilità di acquistare, possedere, amministrare e vendere immobili”; facoltà – è bene precisarlo – data “nell’ambito degli scopi sociali” legati ai vettori energetici.
Beni alienati dopo il passaggio in CC
Ci fu, invece, da parte degli oppositori alla trasformazione, un ragionamento di fondo, secondo cui l’attività di un ente di diritto privato come la società anonima non soggiace al controllo del Consiglio comunale, sebbene le azioni appartengano interamente al Comune, azionista unico. Ciò diversamente dalle procedure inerenti ai beni comunali, la cui vendita, prevede la LOC, deve passare dal Consiglio comunale per l’autorizzazione. Il Municipio di Mendrisio, nel 2015 – per fare un esempio concreto – ha pubblicato un messaggio molto articolato al riguardo, prospettando da qui al 2020, come indicato nel Piano finanziario, ricavi da vendite di beni patrimoniali per 1,7 milioni di franchi.
L’esperienza positiva di AGE SA Chiasso
A Chiasso l’esperienza della SA, iniziata con la decisione del CC del 19 novembre 2001, è stata positiva e non ha dato adito a malumori particolari. La trasformazione fu decisa, si legge nel sito, “nell’intento di preparare l’Azienda all’evoluzione del mercato dell’energia concedendole maggiore flessibilità e la possibilità di ampliare i propri servizi”. E proprio questi sono i vantaggi concreti, spiega oggi il direttore ing. Corrado Noseda: “In un contesto di mercato dell’energia elettrica liberalizzato, riusciamo a muoverci e a prendere decisioni con maggiore rapidità, al riparo da modelli aziendali come quelli delle “municipalizzate” che ci porrebbero in difficoltà. Era proprio questo, peraltro, l’obiettivo che si era posto il Municipio di Mendrisio”. Ma – chiediamo al direttore Noseda – il Comune di Chiasso riesce a controllare la “sua” azienda dell’energia? “Il capitale è al 100% del Comune di Chiasso. Oggi la SA è amministrata da un Consiglio con 5 membri, di cui tre esterni e due del Municipio. All’assemblea degli azionisti, il Consiglio comunale è rappresentato di solito dal presidente del medesimo CC: è il Legislativo che gli dà le istruzioni di voto”. Ed è proprio quanto avvenuto nella seduta di lunedì 5 febbraio: il CC ha designato il rappresentante degli azionisti nella persona del consigliere Claudio Schneeberger (il presidente del CC Gianandrea Mazzoleni, essendo membro del CdA, sarebbe in conflitto d’interesse), dandogli il compito di approvare i conti dell’AGE SA all’assembea in agenda il 5 marzo, con relativo utile di 3,1 mio di fr. Le relazioni d’esercizio sono peraltro tutte pubblicate sul sito dell’AGE SA, con trasparenza. Nella sua storia di SA, l’AGE non ha mai venduto beni; anzi. ha comperato una piccola superficie a Vacallo – una manciata di pochi metri quadrati – nell’ambito di un riordino fondiario.
Va precisato che anche Mendrisio avrebbe adottato il medesimo modello in vigore nella città di confine, ben presentato nel rapporto di maggioranza della “gestione” sul messaggio poi caduto in votazione popolare.
Mendrisio, in vista adeguate basi legali
Tornando alla realtà del capoluogo, vi furono sicuramente diversi motivi per dire di no alla privatizzazione dell’azienda e far pendere la bilancia dalla parte dei referendisti. Ragioni che ebbero il sopravvento su quelle del Municipio, secondo cui la forma giuridica della SA, proprio come sostiene AGE SA di Chiasso, è più confacente e anzi indispensabile alle sollecitazioni provenienti dal mercato dell’energia, che richiede tempi rapidi di decisione. Una spesa superiore ai 150 mila franchi, aveva ricordato il Municipio di Mendrisio, richiede sempre il passaggio davanti al Consiglio comunale; e in certi settori d’attività, come quelli dei grandi clienti e delle energie rinnovabili, i tempi lunghi nelle trattative non sono più ammessi.
Dopo il no popolare, il Cantone si sta muovendo in quella direzione, per fornire alle AIM e alle altre municipalizzate “adeguate basi legali dovute alla mancata trasformazione in società anonima”, si legge nel rapporto della gestione di Mendrisio sui preventivi 2018 AIM.