Venduto lo storico Park Hotel

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I neopropietari Ernesto Palomba e la figlia Lucia con Antonio Sabino (a destra).

(p.z.) “Sono felice ma mi viene da piangere” confessa Antonio Sabino venendoci incontro sulla porta dello storico Park Hotel di Rovio. Due operai stanno lavorando alla reception dell’albergo che possiamo definire di charme (ampio giardino romantico e vista magnifica sul lago). La famiglia Sabino ne è proprietaria da 45 anni. “Ma ora ho trovato persone serie alle quali affidarlo”: sono l’avvocato Ernesto Palomba e sua figlia Lucia. Di origine italiana, i neoproprietari vivono in Svizzera da una decina d’anni ed ora hanno preso domicilio a Rovio. Lo scorso mese di dicembre è stato perfezionato l’acquisto dell’albergo che riaprirà i battenti il 1° marzo. Già, perché la destinazione della proprietà rimane quella originaria. “Da 5 anni cercavamo un buon acquirente – spiega Sabino – le proposte sono state oltre duecento ma molte di queste non davano garanzie e soprattutto puntavano a cambiare destinazione alla struttura”. E cioè? “Alcune persone che si sono fatte avanti, volevano costruire ad esempio una casa per anziani o una clinica privata per malati di Alzheimer. Se non avessi trovato qualcuno intenzionato a continuare l’attività alberghiera, non l’avrei venduto”. L’albergo fu costruito verso la fine dell’Ottocento nel paese di mezza montagna da cui si gode una vista mozzafiato sul Monte Generoso da una parte e sul Ceresio dall’altra. Originario di Caserta, dopo aver vissuto alcune stagioni professionali oltre San Gottardo, Antonio Sabino assunse la direzione del Park Hotel nel 1973. Qualche anno dopo, la sua famiglia lo acquistò per far vivere all’albergo intere stagioni d’oro: “Erano gli anni Settanta e Ottanta; contavamo anche 30mila presenze all’anno!” E ora? “Siamo attorno alle 15mila”. Futuro garantito dunque per uno degli hotel più importanti del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Cosa vi aspettate?, chiediamo al neoprorietario Ernesto Palomba. “Al Park Hotel si è sempre registrata un’ottima affluenza. Ci aspettiamo di continuare un successo che si è consolidato negli anni. La collocazione dell’hotel è strategica (fra Milano e Lugano nonché fra montagna e lago) e sappiamo che piace molto agli stranieri che vengono in cerca di pace e buona tavola”. Sarà una cucina italiana? “Direi di sì, ma anche ticinese perché ci preme valorizzare il territorio e proporremo anche cucina internazionale come ha sempre fatto Sabino al quale riconosco grande lungimiranza nell’essersi contornato di personale in grado di proporre piatti internazionali”. Del resto – aggiunge Sabino – una sera, alle nostre tavole, abbiamo contato 18 nazionalità!
Parlavamo di personale… cosa accadrà ai vostri dipendenti? “Attualmente sono 17 (fino a 25 in alta stagione) e verranno reintegrati nella nuova proprietà” conferma il nuovo proprietario. Quarantacinque sono le camere cui si aggiungono gli alloggi per il personale, un ampio parco che viene spesso scelto quale location per matrimoni o altri eventi, una piscina, la sauna e la palestra. Tutti questi servizi saranno mantenuti, così come le “tre stelle” che hanno caratterizzato fino ad oggi la struttura. “In futuro intendiamo ristrutturarla per riportarla ai suoi antichi splendori, mantenendo la sua storicità. Gli interventi punteranno alla ristrutturazione di ciò che c’è, nel rispetto di quello che abbiamo trovato” continua Palomba, la cui famiglia vanta esperienza nel campo della ristorazione. Usciamo dall’hotel e Sabino si volta a guardare l’insegna. Lui ha 73 anni suonati ma il suo attaccamento per l’hotel non conosce stanchezza. Ci spiega di aver avuto molti aiuti in questo suo percorso vissuto con passione: la figlia Daniela in primo luogo ma anche – nei primi anni – l’incoraggiamento del compianto Angelo Frigerio (Sciur Maestru) e l’aiuto del signor Mazzetti. “L’auspicio è che i nostri clienti della regione sostengano la struttura; per noi è molto interessante anche il cliente giornaliero. Ringrazio il Comune e la popolazione di Rovio che ci hanno sempre sostenuto”. Lui e l’avvocato si guardano e si capisce che c’è buona intesa: “Ci sentiamo come se fossimo una famiglia” commenta la figlia. Fra loro non c’è stato solo il passaggio di proprietà ma sembra esserci una comunione di intenti. Sabino ha promesso che starà al loro fianco. Li aiuterà in questa sfida importante per la vitalità del paese e per il turismo della regione.