La STAN perde un ricorso ma s’impunta sui “finestroni”

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L'Accademia d'architettura a Mendrisio, un tempo Ospedale Beata Vergine.

(red.) La prossima sarà una settimana importante per l’Accademia d’architettura: si terrà infatti la presentazione, alle autorità, del Teatro dell’architettura di Via Turconi, nuovo luogo di incontro e sperimentazione per la disciplina ma destinato anche ad altre proposte culturali.

Intanto, in città, prosegue il confronto tra l’Accademia d’architettura e coloro che ne frenano i progetti di ampliamento, rappresentati dalla Società ticinese per l’arte e la natura, STAN, e dal Comitato Parco di Villa Argentina. Entrambi manifestano preoccupazione per le trasformazioni che l’insediamento produce nel territorio e nel tessuto edilizio di quel comparto e sono attenti al rispetto, da parte dell’Accademia, delle norme pianificatorie in vigore. Dall’altra parte c’è un’istituzione che per sua natura è portata verso il nuovo e i cambiamenti. Il punto d’incontro è finora stato difficile da trovare. E lo sarà anche in futuro.

I “finestroni” del Turconi
C’è da risolvere, per cominciare, la questione dei finestroni del vecchio OBV. Tutto sembrava filasse liscio dopo l’esito positivo della seduta di conciliazione. Bisognava trovare un compromesso tra le linee neoclassiche dell’edificio del Fontana e l’esigenza di spazi moderni e ben utilizzabili per gli utenti della biblioteca, che sarà aperta al pubblico. Alla seduta di conciliazione l’Accademia aveva presentato una soluzione estetica ma anche funzionale, che mantiene verso l’esterno gli infissi attuali, peraltro già modificati nella seconda metà del secolo scorso, rispetto a quelli originali del Fontana; all’interno sono invece previsti nuovi telai per serramenti isolanti; di fronte alle luminose vetrate (cfr. L’Informatore del 17 novembre 2017) troveranno spazio i posti di lettura, circa un centinaio. Il mantenimento era stato l’aspetto principale per opporsi al progetto della Biblioteca, che l’Accademia aveva presentato a distanza di qualche anno dalla bocciatura del primo, quando si prevedeva la copertura della corte interna del vecchio ospedale.

“Ci vuole un prototipo”
Il risultato positivo della conciliazione – un compromesso fra tradizione e bisogno di spazi adatti alle nuove funzioni del “Turconi” – non sembra però sortire l’effetto sperato. La STAN non ha infatti ritirato l’opposizione e chiede la costruzione di un prototipo. Richiesta che l’Accademia intende esaudire ma non nell’ambito della procedura del rilascio della licenza edilizia (attesa a breve) bensì quando si tratterà di allestire i capitolati. Procedura che il Consiglio di Stato condivide.
Per una licenza in arrivo, un’altra in pubblicazione. E fiato sospeso per il timore di opposizioni. La procedura riguarda l’edificazione ex novo del “Turconi 2”, tra il nuovo Teatro dell’architettura, la chiesa dei Cappuccini e il vecchio ospedale, scendendo verso via Bolzani. Si tratta del progetto per un edificio seminterrato, destinato, tra l’altro, a ricevere gli atelier del primo anno. Una prima pubblicazione era stata invalidata perché non erano state posate le modine. Durante la nuova procedura l’attenzione è stata posta, ancora una volta, sulla ricerca di una soluzione che unisse il nuovo alla preziosità degli edifici esistenti e degli insediamenti lungo Via Bolzani.

Respinto alla mittente
Terzo fronte, quello di Villa Argentina. La Città di Mendrisio può da qualche giorno riconfermare l’indirizzo pianificatorio dato alla parte del Parco di Villa Argentina che guarda verso gli istituti Torriani per i minorenni e per gli anziani, che si intende vincolare a futuri sviluppi del Campus accademico. La STAN, infatti, si è vista respingere, per non essere legittimata a presentarlo, il ricorso presentato al Tribunale cantonale amministrativo contro la variante del PP approvata dal Consiglio di Stato nella primavera del 2017. Il ricorso era stato inoltrato nonostante il Governo avesse dato un giudizio sostanzialmente positivo sulla variante, alla quale il Legislativo di Mendrisio aveva a suo tempo dato via libera nella seduta del luglio 2015. Il PP – si legge nei documenti del Governo cantonale – “pondera adeguatamente gli interessi in gioco, vale a dire le esigenze di ampliamento del Campus Universitario con le necessità di tutela degli elementi storici, la valorizzazione del parco pubblico e la relativa funzione di svago”.

La STAN non ricorrerà
La STAN ha incassato la decisione del Tribunale amministrativo e ha annunciato di non ricorrere all’istanza superiore. Ma affida le sorti del parco all’agire del Comitato Parco di Villa Argentina che, forte delle firme di 2870 cittadini aveva chiesto 9 anni fa di estendere il vincolo di bene culturale di interesse cantonale alla parte superiore del parco, così da evitare “futuri interventi lesivi della dignità e del valore culturale del complesso della Villa, almeno nella parte protetta”.

Quale il migliore PP?
Nei giorni scorsi il Comitato del parco si è fatto vivo annunciando che, caduto il ricorso della STAN, il PP “è formalmente entrato in vigore”. Il comitato, nella nota firmata da Tiziano Fontana, non manca tuttavia di ricordare che la versione cresciuta in giudicato è migliore di quella approvata dal Legislativo tre anni fa. Per esempio viene imposto il mantenimento del muro di cinta. Per il resto conferma il suo giudizio negativo: il mappale 3043 è destinato “ad essere cementificato con un intervento di sbancamento collinare”.

Nessun intervento
Contattata da l’Informatore, l’Accademia precisa che “nei prossimi anni non è pianificato nessun intervento” in quel comparto. Il Comitato attende da parte sua che il Cantone consolidi la proposta di estendere la tutela del parco sulla parte superiore del parco e che la Città provveda all’acquisto del mappale in questione.
L’ultima valutazione, fatta nel 2016, indica un valore di 8 mio di fr. per un terreno la cui edificabilità è scesa dai precedenti 7’250 mq a 3’000 mq, quelli lasciati liberi per l’Accademia, che tuttavia per il momento non li utilizzerà.