• (red.) I grandi temi dell’ambiente, dell’energia e della produzione a km zero costituiranno gli assi portanti del progetto di ristrutturazione e riuso del Mulino del Daniello, complesso sorto all’inizio dell’Ottocento, sito al centro del Parco della Valle della Motta. Una realtà significativa nel contesto regionale, tra i Comuni di Novazzano e di Coldrerio, anello di congiunzione di una rete che mette in relazione il Parco delle Gole della Breggia, il futuro – negli auspici dei promotori – Parco del Laveggio e l’area Unesco del Monte San Giorgio. La gestione è affidata alla Fondazione Luigi e Teresa Galli, presieduta da Marco Tela, che ha tradotto, in una domanda di costruzione, l’esigenza di dotare il terrtiorio di un centro a carattere didattico e divulgativo.
Il progetto, curato dall’arch. Enrico Sassi, prevede di inserire il Mulino dei Galli e il sentiero che attraversa il Parco nella rete dei percorsi distrettuali. L’obiettivo è di rilevanza anche dal profilo finanziario: il costo complessivo dell’opera – spiega Tela – è stimato in 1’400’000 franchi. Il finanziamento è sostenuto dal Cantone, dai Comuni di Coldrerio e Novazzano oltre che da altri enti e associazioni. L’edificio rappresenta una testimonianza delle attività artigianali che hanno caratterizzato, in passato, l’economia del Mendrisiotto. Sono tre i fabbricati che sorgono sulle sponde del Roncaglia. Il Mulino vero e proprio, affidato alle cure di Ivan Camponovo, che è tornato in attività all’inizio di quest’anno producendo farina per polenta. Un secondo edificio a due piani – la bigatèra – custodisce la memoria dell’antica attività di allevamento dei bachi da seta. Vi è poi un edificio basso e recente che ospita un camino con griglia. Il perimetro esterno si caratterizza per la presenza di un canale di alimentazione delle ruote idruliche, la roggia molinara. Al piano terreno del corpo sud sono conservate tre antiche macine e un frantoio, oltre a un piccolo museo integrato con gli arredi storici originali della famiglia Galli. Qui si prevede la costruzione di una nuova ruota idraulica: il suo movimento aziona una dinamo che produce elettricità. I lavori di ristrutturazione pianificati mirano inoltre a ricavare, al primo piano, una sala di 100 mq che si affaccia a nord e che disporrà di un accesso indipendente. Gli impieghi immaginati sono molteplici: da aula verde per gli allievi delle elementari, a spazio per conferenze o mostre d’arte, fino a sala per banchetti.
In dettaglio, l’intervento prevede di valorizzare la porzione di manufatto che ospita le attività storiche, con il restauro del locale macine e mettendo in evidenza, come anticipato, le ruote che oggi non sono visibili da chi percorre il sentiero. La nuova ruota idraulica – la terza – girerà in permanenza alimentata dall’acqua che verrà riportata nel canale. Rappresenterà un elemento di attrazione e di connotazione del luogo: leggermente sporgente dallo spigolo dell’edificio, sarà visibile anche dalla strada.
I lavori comprenderanno inoltre la sostituzione dei tetti che si trovano in cattive condizioni e la costruzione di un ascensore e di una scala.
In un concetto di sviluppo sostenbile, sono multiformi i temi messi in luce dal progetto elaborato dall’architetto Enrico Sassi. Al fascino esercitato dalla ruota in movimento alimentata dall’acqua, si somma il tema dell’agricoltura a chilometro zero con la produzione della farina per la polenta. La ristrutturazione degli edifici comprende la realizzazione di un mini-shop dove verranno offerti gadget legati alle attività tradizionali. Tra queste (e si giunge al capitolo geologico) l’estrazione dell’argilla che in passato veniva usata per la creazione dei mattoni. Tra gli scenari futuri, la Fondazione Galli immagina lo sviluppo dell’area didattica già oggi accessibile ai bambini. Senza dimenticare l’allevamento dei bachi da seta, testimoniato dalla presenza di gelsi nelle vicinanze: anche su questo versante l’intento è quello di incrementare attività divulgative.