(red.) Diciotto mesi di ritardo. È il tempo girato a vuoto ad Arogno, dove la Fondazione Tusculum sta costruendo l’ampliamento della casa per anziani, il padiglione “Domus Hyperion”. Il ritardo, causato da una decina di ricorsi inoltrati da aziende escluse dagli appalti, peraltro presentati nel rispetto della legge, determina lo slittamento della chiusura della casa Luigi Rossi, di Capolago, e il trasferimento degli ospiti ad Arogno, nel nuovo edificio in cantiere. La data inserita nelle agende era quella del 31 dicembre 2017. Ma “almeno per tutto il 2018 gli anziani resteranno a Capolago”, secondo il sindaco di Mendrisio Carlo Croci, che così si è espresso durante la presentazione dei preventivi della città.
Un po’ più ottimisti i responsabili del Tusculum: forse già in autunno la nuova casa potrebbe essere pronta. La Tusculum non esita a puntare il dito contro i ricorsi, anche perché le autorità che hanno dovuto evaderli hanno dato torto a tutte le ditte ricorrenti. La fondazione era dunque nel giusto. Le autorità di ricorso, ovviamente, hanno avuto bisogno di tempo per sbrigare le pratiche e così si è fatto tardi a scapito della qualità di vita a cui hanno diritto gli anziani della casa di Capolago, che guarda direttamente su un tratto trafficatissimo e rumoroso di strada cantonale; per non parlare della ferrovia.
La casa di Capolago, con i suoi 40 posti, non è più adatta, ormai da tempo, a garantire ciò di cui ha bisogno oggi un anziano degente. Non manca nulla; il personale cura i residenti come si deve, c’è l’animazione e le verifiche del Medico cantonale sono positive, dicono a l’Informatore i responsabili della struttura. Le famiglie del Basso Ceresio sono molto attaccate a questa vecchia struttura. Ma gli standard logistici non ci sono ormai più. È chiaro che la casa non risponde più ai requisiti chiesti oggi ad una struttura geriatrica medicalizzata. Tanto che se si fosse deciso per la ristrutturazione, invece che per l’abbandono e il trasferimento, le camere singole ottenute sarebbero state una ventina. I residenti, oggi, sono 40. C’è poi la spada di Damocle dell’ascensore, uno solo per 4 piani: se si ferma per un guasto è un problema per tutti, personale, residenti, famigliari.
La Fondazione Tusculum, che da diversi anni è subentrata alla Fondazione Luigi Rossi, che fa capo alla congregazione don Guanella, nella conduzione della casa, si è vista costretta a prolungare la convenzione con la congregazione religiosa fino al 2018. Della quarantina di residenti, la maggior parte sarà trasferita ad Arogno. Sei residenti hanno invece deciso di rimanere in pianura, possibilmente alla “Torriani” di Mendrisio. Allo stabile di Capolago, usciti i residenti, verrà tolta la licenza per esercitare nel settore geriatrico.
La questione degli appalti preoccupa non poco gli enti pubblici. Se i grandi progetti privati sono generalmente al riparo dai ricorsi, le amministrazioni comunali e cantonali sono sempre sul chi vive: la porta d’entrata dei ricorsi, dei reclami, delle opposizioni è sempre socchiusa, soprattutto in questi ultimi anni di concorrenza spietata fra le aziende che ruotano attorno all’edilizia.
La Fondazione Tusculum sta lavorando anche ad un altro progetto, la costruzione della casa per anziani Ceresio a Melano, in collaborazione con il Comune. Presto sarà formato un gruppo di lavoro per la conduzione del progetto.