
(p.z.) Non si può più aspettare. “Il Parco di Villa Argentina può ancora essere salvato ma occorre intervenire per salvaguardarlo dal profilo botanico. Piante secolari, cespugli, prati: serve una cura radicale”: a questa conclusione è giunto il perito incaricato dal Municipio di Mendrisio di tastare il polso al Parco. Esecutivo che – facendo propria una mozione dei Verdi targata 2013 – ha deciso di mettere mano a questo bene che è di tutti. La sistemazione sarà anche di tipo architettonico, un po’ scenografica con fontanelle o statuine? “Al momento pensiamo alla sostanza cioè alla salute naturale del Parco e non alla parte più estetica” risponde il sindaco della Città, Carlo Croci. Entro 6 mesi il Municipio produrrà un messaggio da sottoporre al Consiglio comunale. Ancora a lui chiediamo se è vero che si prospetta una spesa di 2 milioni di franchi? “Non voglio parlare di cifre ora, ma di certo non saranno noccioline”. I tempi sono di magra ma un bene collettivo come il Parco di Villa Argentina non può non essere salvato dal degrado. Parliamo di un giardino storico. E la sistemazione dal profilo botanico viene proposta dal Municipio di Mendrisio nella volontà di voler tramandare alle future generazioni quest’oasi di benessere situata alle porte del centro di Mendrisio e frequentata dalla popolazione di tutto il Mendrisiotto. “Il Parco di Villa Argentina ha una sua longevità. Dobbiamo intervenire per il ripristino della sua flora così come indicato dal rapporto del perito” conferma il sindaco Carlo Croci citando anche la mozione presentata dal Gruppo dei Verdi nel 2013. “Abbiamo preparato una sua risposta e l’abbiamo approvata; – anticipa il capo dell’Esecutivo – ora lavoriamo alla redazione di un messaggio municipale che speriamo di presentare entro la metà di dicembre. Dovremo poi passare ad uno studio che comprenda una serie di valutazioni per definire le modalità dell’operazione. Una sorta di piano di dettaglio. Inizialmente pensavamo ad un intervento a tappe ma poi ci siamo orientati verso l’idea di procedere in blocco, chiudendo per un periodo il Parco intero per poi consegnarlo alle generazioni future risanato”.
Approvata la mozione dei Verdi
A distanza di 4 anni dalla sua presentazione, la mozione dei Verdi di Mendrisio decolla e viene approvata dal Municipio che decide di intervenire per ripristinare la salute del Parco di Villa Argentina. La mozione chiedeva una gestione del Parco di proprietà pubblica rispettosa del suo valore paesaggistico, architettonico e botanico. Nel 2013 i Verdi scrivevano che “l’area di proprietà pubblica del parco di Villa Argentina (circa 28mila mq, rispetto ai 46mila mq del Parco originale) è un bene culturale d’importanza cantonale e protetto ai sensi delle legge sui beni culturali”. I Verdi parlavano di degrado dei manufatti (viali, delimitazioni e canalette di raccolta laterali, muri di cinta, grotta) che si trovano in diversi punti del Parco. A questo aggiungevano considerazioni sull’impoverimento della massa vegetale. Dal 1993 (quando si procedette ad un censimento commissionato dal Municipio all’architetto del paesaggio Niccardo Righetti) al 2013 che è l’anno dello studio realizzato dall’architetto paesaggista Heiner Rodel, sono scomparsi circa sessanta fra alberi (anche di notevole valore botanico, età e dimensione) e arbusti. Tra le cause citate dai tre consiglieri comunali dei Verdi vi sono le malattie, gli agenti atmosferici, la mancanza di manutenzione ordinaria ed errati interventi umani. La mozione chiedeva anche la rimozione di piantagioni non rispettose delle essenze tipiche del Parco il cui disegno architettonico risale all’Ottocento e fu realizzato dall’architetto progettista Croci portando questo ampio giardino ad un connubio fra la componente rinascimentale-barocca di tradizione italiana e quella del giardino all’inglese. Connubio che ha caratterizzato il Parco almeno fino agli inizi del 2000.
1982: Carta dei giardini storici
Fra gli strumenti interessanti per la gestione del Parco momò e degli altri parchi del mondo, viene citata la Carta dei giardini storici (Carta di Firenze) che è stata adottata nel 1982 dal Comitato internazionale dei giardini storici ICOMOS-IFLA. Il documento mira alla salvaguardia dei giardini storici definendoli “monumenti viventi”. Un giardino storico viene definito come una composizione architettonica e vegetale che dal punto di vista storico o artistico presenta un interesse pubblico.