Mancano pochi giorni al termine stabilito dal Cantone per l’assunzione di apprendisti e apprendiste da parte delle aziende: la data è il 28 agosto e coincide con l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018. Nel Mendrisiotto, molto probabilmente, resterà invariata la tendenza che si registra ormai da diversi anni. Il nostro, infatti, è un distretto che forma meno degli altri: impegnate nella formazione sono 10 ditte su 100, contro il 14 – 15% della media cantonale. “Quando abbiamo bisogno di posti, stentiamo a trovarli nel Mendrisiotto”, conferma Claudia Sassi, direttrice aggiunta della Divisione della formazione professionale. “Ci piacerebbe che le aziende facessero di più”. La formazione di apprendisti è impegnativa ovunque. Per firmare il contratto i datori di lavoro devono, per cominciare, aver frequentato i corsi di base per la formazione di apprendisti. La disponibilità delle ditte è legata anche alla congiuntura: spesso l’assunzione o meno è legata all’andamento degli affari.
La cultura aziendale
italiana è un ostacolo
Ma ci sono altri aspetti tipici del Mendrisiotto: “In diverse aziende – precisa Claudia Sassi – il management riflette una cultura aziendale italiana; queste ditte provenienti dall’Italia e stabilitesi nel Mendrisiotto non sono abituate all’apprendistato “duale”, dunque ad una formazione che abbina la crescita pratica del ragazzo e della ragazza in azienda e un’accurata formazione teorica e culturale”.
L’Italia conosce poco l’apprendistato: c’è la formazione a tempo pieno, soprattutto nel terziario, ma è molto diffuso negli altri settori l’apprendistato aziendale pratico. Approccio che si riflette da questa parte della frontiera; capita infatti che la direzione della ditta impiantata nel Mendrisiotto assuma giovani con la formula del “contratto di stage” di sei mesi, contratto che poi deve tradursi in un’assunzione, se lo stage ha avuto un esito soddisfacente. Succede però di trovare ditte che rinnovano il medesimo contratto, facendo lavorare il/la giovane stagista con retribuzioni assai modeste. Ma il Cantone è vigile e, attraverso i controlli regolari della Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone, gli abusi vengono a galla. Il dialogo con le ditte italiane è in ogni caso costante e la Divisione della formazione professionale cerca di convincere le ditte sul valore dell’apprendistato.
Vincoli per garantire
un ambiente corretto
“D’altra parte – sostiene Sassi – siamo consapevoli che l’azienda formatrice è sottoposta a numerosi vincoli per garantire al giovane apprendista un ambiente di lavoro adeguato. Non tutte le ditte possono farlo. È sicuramente un aspetto da considerare, quando si leggono le statistiche”.
Sopraceneri
e Sottoceneri
C’è un altro dato interessante. Il Sottoceneri, pur avendo un numero maggiore di aziende ed uffici e un tessuto economico più denso, mostra la medesima disponibilità di posti di apprendistato rispetto al Sopraceneri. La spiegazione? Nel Locarnese e nel Bellinzonese si forma ancora parecchio nell’ambito artigianale; nel Sottoceneri, territorio a vocazione industriale e più a contatto con la realtà italiana, i processi produttivi dell’industria sono più “seriali”, alcune richiedono minori competenze e, soprattutto, le ditte hanno un bacino immenso di manodopera “giovane” a pochi chilometri.
Apprendisti frontalieri adulti,
le misure funzionano bene
Una realtà che, in anni recenti, aveva fatto scattare l’allarme fra diverse famiglie del Mendrisiotto, cui il posto d’apprendistato per il figlio o la figlia era stato negato da ditte che avevano assunto apprendisti frontalieri adulti, dunque più maturi dei loro figli adolescenti. “Per contrastare questo fenomeno – spiega Claudia Sassi – dal 2013 la Divisione della formazione professionale blocca le richieste di contratto così configurate fino al 31 ottobre. E noi abbiamo il tempo di dialogare con i responsabili delle aziende riguardo all’importanza di assumere giovani residenti”. Sembra che la misura funzioni: se nel 2013 erano 182 le proposte di sottoscrizione di un contratto di tirocinio con frontalieri adulti, nel 2016 i contratti effettivamente firmati sono stati 48. “È chiaro – spiega ancora Sassi – che non andiamo a toccare i settori tradizionali del frontalierato, in particolare l’edilizia e l’industria”. Proprio le necessità di mercato in quei due settori spiega, peraltro, la quota di apprendisti frontalieri, residenti in Italia – con “contratti svizzeri” e frequenza nelle varie SPAI – che è sempre assai elevata: 450 contratti d’apprendistato sui circa 6 mila sottoscritti ogni anno in Ticino.
Chi non trova posto
si annunci al più presto
Sono circa 200 i giovani che si annunciano in estate allo speciale sito dedicato a chi, al termine della scuola media stenta a trovare un posto di apprendistato. Fino al 18 agosto il Cantone assicura loro un particolare sostegno (informazioni: www4.ti.ch/decs/dfp/sportello/ricerca-di-un-posto-di-tirocinio/. “Di solito si tratta di circa 200 ragazzi. Tempo qualche mese e un posto lo trovano quasi tutti, ma è importante che le famiglie si annuncino per tempo!”, conclude Claudia Sassi.