
• (p.z.) È una svolta quella che sta per segnare la complicata storia del comparto Valera a Mendrisio. Se il primo progetto di pianificazione cantonale era rimasto in sospeso perché ritirato dallo stesso Governo, una sua nuova versione sta per essere resa pubblica e adottata.
Abbiamo infatti sollecitato i rappresentanti del Dipartimento del territorio ad esprimersi sulla domanda di costruzione per una centrale-autobus (autopostali) presentata al Municipio di Mendrisio (cfr. l’Informatore del 4 agosto) e la loro risposta apre un nuovo orizzonte: “Fra qualche settimana il Governo adotterà una nuova pianificazione cantonale per questa porzione di territorio del Mendrisiotto; – spiegano a Bellinzona – siamo dunque in un momento delicato ed è per questo che preferiamo non esprimerci in merito alla domanda di costruzione che ha riacceso gli animi sulla vocazione da dare al comparto”.
Il nuovo strumento pianificatorio rappresenterà dunque un passo indietro rispetto agli obiettivi di totale “polmone verde” fissati nel primo progetto di pianificazione cantonale? Quella in arrivo sarà una pianificazione di compromesso rispetto alla linea del Municipio di Mendrisio che auspicava di ricavare da una parte spazi per lo sviluppo economico e dall’altra aree per lo svago e l’ambiente? Il “Gigante giallo” e la regìa federale possono aver avuto un ruolo nella scelta di presentare una nuova pianificazione? Oppure semplicemente, il nuovo strumento confermerà la linea tracciata dal Cantone per questo triangolo di terra momò liberato dalla presenza ingombrante dei depositi di carburante? Al sindaco di Mendrisio, Carlo Croci, abbiamo chiesto di spiegarci che cosa è successo in questi mesi fra Cantone e Municipio.
ra alcuni giorni l’Esecutivo di Mendrisio aprirà l’incarto presentato dagli istanti per il progetto della centrale-autopostali a Valera. Proprietari che sono l’Immobiliare B&B presso la Benoil SA di Mendrisio, l’Immobiliare Tercon SA e la Piccadilly SA. Al sindaco di Mendrisio, Carlo Croci (nella foto), chiediamo anzitutto come sarà l’iter procedurale. Visto che l’ente pianificante del comparto Valera è diventato il Cantone, in che modo è atteso il parere della Città? “Diciamo che il Municipio è sempre chiamato ad esprimersi. Alla fine – quando ci sono le condizioni – la licenza edilizia è l’Esecutivo che la concede”. Certo che anche il Cantone avrà voce in capitolo. Cantone che fra pochi giorni presenterà e adotterà una nuova pianificazione per Valera. “Bene. L’aspettavamo. Così potremo vedere quali indirizzi sono stati alla fine fissati”. Ma che cosa è successo con la prima pianificazione cantonale? “È rimasta in sospeso dopo che il Cantone stesso l’ha ritirata” spiega Carlo Croci. Allora facciamo un passo indietro per cercare di capire. “Nella primissima fase – ricorda il sindaco – la Città in diretto contatto con i servizi del Dipartimento, aveva portato avanti una pianificazione che permetteva di edificare ancora in una parte del comparto. Poi, cambiando il timoniere del Dipartimento del territorio, è mutata anche la volontà politica rispetto a determinate realtà. Dal piano direttore fu tolta la scheda che diceva che Valera poteva accogliere un piano di sviluppo”. A quel punto il Municipio ha presentato ricorso… “Sì, contro il fatto che non eravamo stati consultati. E anche per tutelarci dal rischio di dover – come Comune – assumerci i costi di esproprio dei sedimi”. Si parlava di 40 milioni di franchi e il Municipio voleva mettersi al riparo da una situazione che avrebbe potuto mettere in crisi il Comune. “In questo modo abbiamo ottenuto conferma scritta che il Cantone si poneva come ente pianificante e che si sarebbe fatto carico dei costi di esproprio dei terreni. Si è allora deciso di ritirare il ricorso”. E perché a quel punto non è entrato in vigore lo strumento pianificatorio cantonale? “Non lo sappiamo. Il Cantone a quel momento ha ritirato il messaggio”. Trascorso un po’ di tempo, il Municipio di Mendrisio ha scritto al Cantone chiedendo cosa stesse succedendo e perché era stato ritirato il messaggio. “Ci hanno risposto che era stato ritirato per esigenze di procedura, che avrebbero ripubblicato la scheda di piano direttore e che confermavano di mantenere il loro ruolo di ente pianificante e la garanzia di copertura delle spese di esproprio”. Il capitolo successivo della storia è quello attuale: le modine installate dai proprietari nella speranza di poter costruire una centrale per gli autobus della Posta, le “calde” reazioni nella regione ed il Cantone che annuncia come imminente la nuova pianificazione. Dal profilo giuridico, l’eventuale diniego della licenza edilizia per il progetto in questione, permetterebbe ai proprietari del terreno di far valere il diritto espropriativo. Un bel “nodo” quindi, per sciogliere il quale di certo verrà scontentato qualcuno…
• “Cittadini” e IaS contro
il progetto-autopostali
Non sono mancate in queste ore le reazioni all’iniziativa dei proprietari dei terreni. Fra i primi i Cittadini per il territorio con il coordinatore Ivo Durisch che ha definito “una provocazione” l’intenzione degli istanti di edificare la centrale-autobus. I “Cittadini” si sono già detti pronti a rispondere con un’opposizione al progetto. La pianificazione cantonale – ricordano – va in tutt’altra direzione e si prefigge di accordare priorità all’agricoltura e al verde. Non si è fatto del resto attendere un comunicato del gruppo Insieme a Sinistra della Città. Lo pubblichiamo integralmente:
È con grande stupore e disappunto che abbiamo appreso dall’edizione di oggi de l’Informatore della consegna presso l’UTC di Mendrisio di una domanda di costruzione, in zona Valera, per “una sorta di fabbricato per la rimessa, la manutenzione, il deposito e il lavaggio di autobus” di AutoPostale. Non mancheremo, appena l’incarto sarà pubblicato, di fare le nostre osservazioni che non potranno che essere contrarie al progetto. Consideriamo la posa di modine, sul terreno occupato fino a qualche anno fa dal deposito idrocarburi, una provocazione: il Cantone prevede per quella zona una pianificazione che va nella direzione della Petizione che nel 2012 chiedeva, con oltre 6800 firme, di restituire quei terreni all’agricoltura. Mancano dunque le basi legali per accordare una licenza edilizia. Chiediamo che AutoPostale cerchi altre soluzioni per il deposito degli autobus: la prevista riqualifica del comparto stazione non deve significare la squalifica di Valera. A Mendrisio sono già troppe le aree irrimediabilmente compromesse a causa di una pianificazione carente: evitiamo di ripetere errori già commessi, per i quali nessuno si ritiene responsabile con la giustificazione che non era possibile prevederne le conseguenze. Per Valera sono prevedibilissime: dare il via libero a quell’edificazione significa intaccare un nuovo comparto e compromettere la realizzazione di una zona verde da dedicare all’agricoltura e allo svago a poche centinaia di metri dai centri abitati.
• Le ultime dichiarazioni
dei proprietari di fondi
In questa fase, i proprietari non rilasciano dichiarazioni. Può servire tuttavia ricordare che il 18 marzo del 2016, a firma “I proprietari dei fondi di Valera” era apparsa sui media una dichiarazione che sottolineava come il comparto di Valera in realtà non fosse un’area verde, ma fosse invece uno spazio in cui da 14 anni vigeva un indirizzo pianificatorio per lo sviluppo economico di interesse cantonale (vedi la presenza di edifici e attività industriali). “È confinato fra tracciato ferroviario, semiautostrada, strada cantonale e autostrada” scrivevano. Pur condividendo la volontà di mantenere e valorizzare i contenuti naturalistici lungo il fiume Laveggio e nella circostante area boschiva, i proprietari definivano l’area di Valera come “fra le più idonee di tutto il Cantone ad ospitare attività economiche per la sua estensione e l’ubicazione a diretto contatto con le reti ferroviaria e autostradale”. Il testo si concludeva con “Non saranno rilasciati ulteriori commenti o dichiarazioni”.