Nel mese di luglio appena terminato, per il secondo anno consecutivo, è stata organizzata dall’Associazione ticinese “Solidarietà con i bambini del Congo-RDC” la colonia estiva per i piccoli ospiti dell’orfanotrofio di Djuma, distante circa 700 km dalla capitale Kinshasa.
Sei volontari ticinesi, tutti del Mendrisiotto, assieme a cinque adolescenti del Foyer Karibu di Kikwit hanno trascorso un mese in compagnia di un centinaio di bambini ospiti del locale orfanotrofio, che non hanno la possibilità di passare le vacanze scolastiche presso nonni o altri famigliari.
L’Associazione – spiega a L’Informatore Corrado Noseda, membro del comitato – agisce in tre centri della grande Provincia del Bandundu: a Kikwit, città che si trova a 530 km a sud-est della capitale Kinshasa, a Djuma, a 200 km a nord di Kikwit, dove c’è l’orfanotrofio, a Kahemba a 360 km a sud, verso l’Angola, dove i bambini sono colpiti da una terribile malattia paralizzante, il konzo.
I progetti sono destinati ai bambini; in particolare vengono finanziati tre centri nutrizionali, un orfanotrofio e un foyer per adolescenti orfani, una scuola per ragazzi non vedenti o ipo-vedenti. Significativo anche l’impegno per la costruzione o il restauro di sedi scolastiche. Da cinque anni è inoltre in funzione un importante centro di formazione continua per gli insegnanti. In questo complesso scolastico ci sono anche la scuola elementare e materna d’applicazione che funzionano a meraviglia, tant’è vero che le autorità scolastiche hanno chiesto all’associazione di raddoppiare le classi per permettere a un maggior numero di bambini e insegnanti in formazione di approfittare della qualità dell’insegnamento. L’ultima assemblea dell’associazione ha votato il credito per la costruzione di altre 6 aule per la scuola elementare e di 3 aule per la scuola materna, più il potenziamento dei servizi igienici. Il terreno è già stato messo a disposizione dal Dipartimento Nazionale Scolastico.
Bimbi autonomi
e col sorriso
sulle labbra
Dalla Colonia di Djuma, tramite il “blog.solidarietabimbicongo.org” creato in particolar modo per permettere a parenti, amici e conoscenti dei sei giovani impegnati nel progetto di seguire in tempo reale l’avventura dei loro cari, sono giunti quasi quotidianamente notizie, informazioni, curiosità, immagini della vita quotidiana della piccola comunità.
La giornata tipo inizia presto, hanno raccontato i giovani; si aiutano le maman a lavare e vestire i bébé, poi si accompagnano i bambini nei loro compiti giornalieri. La suddivisione in tre gruppi è per loro ormai un’abitudine; per un occidentale è invece strabiliante vedere bambini di 4-10 anni pronti a partire, in modo quasi del tutto autonomo e sempre con il sorriso sulle labbra, chi verso la foresta per raccogliere la legna, chi alla sorgente per prendere l’acqua. Ciò che colpisce maggiormente è come dei bambini, anche molto piccoli, trasportino enormi fascine di legna o taniche piene d’acqua su per sentieri sabbiosi e addirittura si offrano di aiutare chi fa più fatica.
Il terzo gruppo dà una mano alle maman in cucina: tutti i cibi sono cotti sul fuoco. L’alimento principale di questa zona è la manioca con le cui radici, essiccate e ridotte in farina, si prepara il luku, una sorta di polenta; con le foglie si prepara il contorno, chiamato sakasaka. Tutti i bambini mangiano con grande appetito, non c’è bisogno di imboccare nessuno, neppure i più piccini.
Terminati questi impegni è il momento delle attività ricreative, a cui contribuiscono, con entusiasmo, cinque ragazzi adolescenti provenienti dal Foyer Karibu di Kikwit, che a loro volta sono cresciuti all’orfanotrofio di Djuma. Si canta, si danza, si disegna, poi si passa ad attività più strutturate, come la decorazione di zainetti per la scuola e di cappellini da sole; si costruiscono piccoli strumenti. Il materiale per queste attività è stato finanziato dalle donazioni spontanee di parenti e amici in Ticino.
Il gran caldo equatoriale delle ore meridiane, tra mezzogiorno e le 15, non consente di svolgere attività faticose. Tutti ne approfittano allora per mangiare e riposare.
Nel tardo pomeriggio ci si ritrova per una partita di calcio o per saltare la corda e l’elastico, prima di andare a fare il bagno e a lavarsi al fiume (con i più grandi) o alla pozza (con i più piccoli).
Freschi e profumati, i bambini intonano qualche canzone, accompagnati dalla chitarra, prima di cenare. La giornata termina con la visione di un film, una serata musicale o semplicemente chiacchierando.
Un progetto
preparato
minuziosamente
Grazie all’ esperienza maturata l’anno scorso, quando, all’inizio, le attività previste sul modello delle colonie ticinesi si erano scontrate con la realtà locale africana, quest’anno la colonia è partita con il vento in poppa. I volontari hanno preparato minuziosamente il progetto e ne hanno raccolto i frutti. La suora responsabile dell’orfanotrofio si è detta entusiasta della presenza dei giovani del Mendrisiotto, costruttiva, importante, non solo per i bambini, ma anche per le maman che hanno modo di allargare i loro orizzonti pedagogici.
In primavera
un’altra permamenza
di volontari
La spedizione a Djuma e è stata preceduta, in primavera, da un’altra équipe guidata, come ogni anno e da quasi 30 anni, dalla presidente dell’associazione “Solidarietà con i bambini del Congo-RDC”, accompagnata da quattro volontari: un architetto, un’educatrice e due ingegneri.
Durante i tre mesi di permanenza i volontari si sono occupati di diversi progetti. Tra questi la preparazione dell’ampliamento del centro scolastico “Horizons Nouveaux” di Kikwit e della formazione dei docenti che vi insegnano. L’aula di informatica è stata ristrutturata e dotata di nuovi mezzi tecnici. Si è dovuto inoltre intervenire anche in un’altra scuola della città, costruita dall’ associazione nel 2009, a causa di gravi danni provocati da un recente nubifragio.
Dove è possibile, l’associazione dà lavoro alle maestranze locali.
Konzo, acqua corrente
per combattere
la terribile paralisi
L’équipe è stata anche a Kahemba. Lì ha avuto l’opportunità di verificare il funzionamento di un acquedotto, della lunghezza di 10 km, costruito grazie all’indispensabile apporto finanziario della Fondazione Renato Grandi di Lugano, a cui è stata segnalata l’urgenza. L’associazione coglie questa occasione per ringraziare sentitamente la fondazione di Lugano. A causa della mancanza d’acqua durante la stagione secca, la popolazione non poteva lavare i tuberi di manioca contenenti naturalmente cianuro, un veleno che ha provocato, nel 14% della popolazione, specialmente nei bambini, una paralisi spastica irreversibile chiamata konzo.
Dall’anno scorso, l’acquedotto fornisce l’acqua a tutta la popolazione di Kahemba, per cui, durante l’ultima stagione secca, non si sono manifestati altri casi di konzo. Resta un impegno importante, comunque, la manutenzione della struttura e la terapia per i bambini malati. Attualmente, “Solidarietà con i bambini del Congo-RDC” si occupa del trasporto dei bambini handicappati e del centro nutrizionale.
Chi volesse maggiori informazioni sulle attività dell’associazione o fosse interessato a contribuire con una donazione può consultare il sito www.solidarietabimbicongo.org, dal quale si opuò accedere anche al blog della colonia e a Facebook.