Presentata la rosa del nuovo FC Chiasso

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Nella foto da sinistra Flavio Beretta, Carlos Valle, Nicola Bignotti, Guillermo Abascal Perez e Mikel Llorente durante la conferenza stampa.

EL) Alla Chicco d’Oro di Balerna lunedì sono stati presentati ai giornalisti il nuovo allenatore Guillermo Abascal Perez e il suo staff. A fare gli onori di casa è stato Vittorio Maspoli. Nel tardo pomeriggio la squadra ha svolto il primo allenamento a Seseglio.

Nella stagione che andrà a iniziare in luglio il Chiasso cambia pelle. Basta con “vecchietti” (vedi Guatelli e Regazzoni) e con i ragazzini acqua e sapone incapaci di esprimersi su livelli accettabili (forse anche perché si sentivano continuamente sotto esame, ndr.). Nicola Bignotti ha fatto capire che è giunta l’ora di cominciare a costruire il Chiasso del futuro. Due settimane fa aveva dichiarato: “Per me un venticinquenne non è già più un giocatore giovane”. Era la tesi sostenuta, anni fa, dal compianto Roberto Morinini, una voce fuori dal coro di un calcio, il nostro, in cui si continua sfacciatamente a parlare di rifondazioni e progetti. Annunciati al suono delle trombe ma mai portati a termine, quando va bene a metà percorso, invocando alibi di ogni genere tra cui quello di dovere lottare eternamente per la salvezza e di “difficoltà nel fare crescere e maturare i giovani”.
Per il Chiasso sarà così anche quest’anno: “Il nostro obiettivo – ha dichiarato esplicitamente Bignotti – è di salvarci il prima possibile. Penso che sarà una stagione dura come quella dell’anno scorso. Il fatto che siano dieci le squadre a giocarsi il campionato, da una parte ti dà il vantaggio che devi conoscerne nove e puoi rimediare a eventuali errori, dall’altra sai però che dovrai fare la corsa solo su queste nove…”.
E anche meno. Nell’ultimo campionato il Chiasso è uscito quattro volte a mani vuote contro Zurigo e Xamax. Quest’anno le squadre faro dovrebbero essere di nuovo quella neocastellana e l’Aarau. Ma ci sono, come sempre, outsider e le così dette “bestie nere”. Lo Sciaffusa, ad esempio, ha fatto man bassa di punti grazie anche al numero di reti segnate contro i rossoblù.
Con un allenatore che a Siviglia ha avuto grande successo con i giovani è lampante che il club della città di confine persegui, non più a sole parole come ha fatto negli ultimi anni, la “linea verde”. A completare, sarebbe meglio dire a formare, la rosa (come riferito settimana scorsa si sono verificate ben 17 partenze di giocatori più le tre dello staff tecnico, Baldo Raineri compreso), c’è un folto gruppo di giovani di belle speranze, compreso il portiere del Le Mont Anthony Mossi. Si tratta in particolare di Moussa Soumaré (Virtus Bergamo), Alhassane Soumah e Luca Fomasi (Juventus), King Udoh (Pontedera), Mate Bilinovac (ex Locarno e Bellinzona), Dusan Cvetkovic (Lugano U21), Dorian Charlier (Caen), Jetmir Krasniqi (Le Mont). La lista emessa dal capo stampa Flavio Beretta aggiunge altri nominativi, compresi quelli cui il DG ha riconfermato fiducia: Federico Sonnini, Fabiano Vergine, Massimo Bisante, Matteo Lorenzo Davenia, Aleandro Prati, Ivan Angushev, Christian Mascarell Jorques, Hugo Esteban Serrano, Manuel Roman, Nicola Nilovic, Anis Ramcilovic, Gioele Franzese, Samuel Delli Carri, Alban Selmanaj, Eris Abedini, Andrea Padula, Alessio Bellante, Saverio Manfreda, Carte Said Mhando, Simone Belometti e Michele Monighetti. Il DG ha precisato che “rimangono ancora liberi due o tre posti, si tratta di elementi che potranno essere integrati in tutta tranquillità nelle prossime settimane”. Il CdT ha fatto il nome dell’ex Francesco Russo, ora del Lugano. Ma come, ci chiediamo, via Guatelli – classe 1984 – e dentro Russo (1981)? E magari Alessio Bellante (1995) dovrà giocarsi il posto con il vodese Mossi (1994)?
Un bel mazzo di giovani, d’accordo, ma con i giovani, abbiamo fatto notare a Bignotti, non si va da nessuna parte (abbiamo degli esempi eclatanti, l’ultimo con il Locarno – zeppo di ragazzi senza la dovuta esperienza – retrocesso anche dalla Prima Lega). C’è anche il rammarico di vedere così pochi nomi ticinesi. Per il DG apparentemente conta soltanto che il suo “progetto sui giovani, sia stato sposato dai nuovi arrivati”. Evidentemente con entusiasmo, convinti che sia stata loro offerta la possibilità di lavorare in una determinata maniera. Ma nel calcio che va sempre più di corsa (da gennaio a giugno siamo al terzo allenatore al Riva IV) invece di continuare a dire tante belle cose sarebbe utile un po’ più di umiltà e rimanere con i piedi ben piantati per terra.
Come si può dedurre, di materiale ce n’è parecchio. Sarà ovviamente il campo a determinarne qualità e valore. Che siano tutti bravi non lo mettiamo in dubbio (Bignotti ha messo i puntini sulle i: “Sono giovani ma di qualità”), bisognerà tuttavia vedere se sapranno sostenere il peso di certe battaglie.
Guillermo Abascal Perez si è dichiarato sicuro del fatto suo. Ha usato spesso termini come metodologia e peculiarità: “Noi abbiamo lavorato (il mister, il suo assistente Mikel Lorente e il preparatore atletico Carlos Valle, ndr.) in grandi squadre (Siviglia, Real Societad) però riteniamo che il Chiasso sia un club importante. Cercheremo di applicare la nostra metodologia di lavoro ai giocatori svizzeri e stranieri: sono molto giovani ma abbiamo dalla nostra una grande esperienza avendo lavorato molto tempo nel mondo del calcio professionistico”.
Il ventottenne spagnolo ha avuto modo di visitare a due riprese le infrastrutture del Riva IV, reputa che il terreno da gioco (le cui condizioni spesso e volentieri sono state criticate da più parti) sia in buono stato.
Al ritiro in Toscana (Follonica) dovrebbero partecipare 25 giocatori. Il giorno prima della partenza (domenica), ovvero domani, la squadra sosterrà il primo galoppo di allenamento in terra vallesana con il Sion di Tramezzani.