
(red.) “Mi trovo bene, qui. Mi sento di casa. Sono luganese, ma mi sono già prenotato a Chiasso…”. Dice proprio così Giorgio Grandini, presidente dell’Associazione ticinese di cremazione, presentando il Crematorio costruito nel cimitero di Chiasso. Le imprese di onoranze funebri potranno organizzare le prime cerimonie a partire dai prossimi giorni; ma si è già provveduto ad alcune cremazioni, d’accordo con i famigliari dei defunti, così da collaudare l’impianto.
Il forno è stato fornito da Facultatieve Technologies, un gruppo inglese, di Leeds, all’avanguardia in tutto il mondo. Questo di Chiasso è il primo che all’interno è rivestito con ceramica, materiale più resistente all’usura rispetto alle mattonelle. La tecnica utilizzata permette di ridurre il tempo di incenerimento, da 90 minuti a circa 70. La società inglese ha già costruito nel mondo 1400 forni e non è difficile prevedere che faccia buoni affari anche nei prossimi anni se l’orientamento generale seguirà quello del piccolo Ticino, dove 9 esequie su 10 terminano in un tempio crematorio.
Se l’architettura e l’ambiente di quello di Lugano sono severi, vista la data di costruzione, 1917, il tempio di Chiasso, pure costruito nel cimitero cittadino come a Lugano, presenta, nel progetto dell’arch. Paolo Andreani, linee e spazi più sereni. Il commiato dai nostri cari è sempre doloroso ma il cuore può essere più leggero se il rito si svolge in un luogo che non incute paura, dove la luce e le aiuole fiorite ispirano speranza nella vita che comunque continua. Poi ci sono la professionalità e l’umanità di chi lavora nel tempio e nelle onoranze funebri, di chi insomma è a contatto tutti i giorni con la tristezza altrui. Il personale addetto ai crematori di Lugano e Chiasso, spiega Grandini, vanta fidata esperienza e professionalità, sia nel gestire le operazioni d’incenerimento, sia nell’esprimere vicinanza a coloro che sono stati colpiti dal lutto. Fanno parte del tempio anche le camere mortuarie, semplici, affiancate da una saletta per ritrovarsi con una piccola caffetteria servisol; la sala delle cerimonie è sobria; la vetrata, sul tema dell’abbraccio, ispira solennità, ma anche vicinanza e porta lo sguardo verso i valori universali; Servais Bastian Grivel, l’artista vetraio svizzero che l’ha realizzata, ha voluto lasciare l’opera aperta a tutti i tipi di credo, di religione o tradizione, in linea con la libertà di pensiero che da un secolo governa l’attività dell’Associazione ticinese di cremazione. Sono dunque assenti i simboli religiosi.
La parte non visibile del tempio è quella tecnica, costituita da un sistema di lift, dall’equipaggiamento per la neutralizzazione delle sostanze prodotte dalla combustione, affinché all’esterno esca soltanto aria calda e un po’ di condensa al mattino, nella stagione più fredda; le celle frigorifere, alcune adibite alla congelazione, permettono la corretta conservazione delle salme in attesa di entrare nel forno, una per volta; i famigliari, grazie a rigorosi controlli eseguiti durante le varie fasi della cremazione, sono sicuri al 100% di ricevere nell’urna i resti del proprio caro e non di altre salme.