Sicurezza, Chiasso non è una banlieue

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La sede della Polizia a Chiasso.

(red.) Niente campanilismi o sguardi limitati al proprio orticello, ma no anche alle unioni forzate. In tema di sicurezza Chiasso dice la sua. L’attività 2016 della Polizia Regione I Mendrisiotto Sud è stata illustrata dal comandante Nicolas Poncini e dalla capodicastero Sonia Colombo-Regazzoni.
La città – ha detto la municipale – “non è una banlieue parigina”, ma una realtà che si confronta con problematiche che esulano dalla normale routine. Le statistiche devono essere interpretate alla luce della particolare situazione geografica (8 valichi e chilometri di frontiera verde) e della presenza di importanti infrastrutture come la stazione internazionale. Traffico, sequestri di stupefacenti sulle rotte internazionali, entrate illegali, soggiorni irregolari… sono tutti fattori connessi alla prossimità al confine. Molti casi problematici – il riferimento è ai recenti fatti emersi in via Odescalchi – sono relativi al fatto che a Chiasso si trovano soluzioni abitative molto accessibili. La Polizia “deve dunque fare fronte a una mole di lavoro significativa, anche emotivamente”.  Un impegno che trova riscontro nella soddisfazione degli amministratori dei Comuni convenzionati – ha rilevato Sonia Colombo-Regazzoni: “l’Esecutivo non intravede pertanto benefici da un’ipotetica unione dei corpi di Polizia di Chiasso e Mendrisio”. Già ci si sente penalizzati dalla decisione di trasferire la gendarmeria al Centro di pronto intervento di Mendrisio “nonostante la maggioranza dei reati avvenga nel basso Mendrisiotto”. E anche guardando avanti sono molteplici gli interrogativi all’orizzonte, primo fra tutti il nuovo centro di accoglienza per rifugiati in zona Balerna-Novazzano. “Il basso distretto deve rimanere vigile. L’attuale impostazione è più che soddisfacente… lasciateci lavorare”.
Per Nicolas Poncini, non si possono porre limiti territoriali in materia di sicurezza. È sbagliato confrontare numeri relativi a reati avvenuti in una località o in un’altra: non si possono, in altri termini, paragonare Chiasso e Bellinzona! Né ha senso stilare classifiche. Ponendo l’accento sull’ottima collaborazione con la Polizia cantonale e le Guardie di confine, il comandante ha ricordato che giornalmente a Chiasso si risolvono problematiche a tutto vantaggio di altre regioni. In tema di sicurezza, la visione deve essere ampia. Prova ne è il progetto cantonale Aiuto Integrato Condotta, al quale la Regione I prende parte in sinergia con le altre forze dell’ordine: nel 2016 sono stati 30 gli interventi urgenti effettuati a favore di altre regioni. I risultati si possono sintetizzare in migliore coordinazione e maggiore velocità ed efficacia di intervento.
L’esempio è calzante anche in ambito di lotta agli stupefacenti, come confermato dall’ufficiale della polcantonale Marco Zambetti. La posizione geografica di Chiasso fa sì che sul territorio, più che altrove, si verifichino fermi di persone in transito. “Il lavoro svolto dalla Polizia Regione I è un modello nell’mbito della collaborazione”. Il coordinamento costante con il commissariato e la messa a disposizione di agenti favoriscono l’operatività in tutto il Mendrisiotto.
Via Odescalchi e migranti
Tra i fattori che hanno influenzato l’attività dello scorso anno spicca la realtà di via Odescalchi. Secondo Poncini si è giunti all’apice di una situazione che ha fatto emergere “casistiche antipatiche”. Il Municipio si è attivato, insieme ad altri servizi: “adesso siamo in fase di risoluzione dei problemi”.
Un altro fronte caldo è quello dei profughi. La tensione alla frontiera è stata elevata. Ciò nonostante, dal punto di vista dell’ordine pubblico, ha assicurato il comandante, i problemi sono stati assai contenuti, diversamente da quanto accaduto nel 2012 con la forte ondata legata alla “Primavera araba”. Pressione migratoria non rima necessariamente con caos in città.
Giovani: si fa prevenzione
L’attività del Gruppo Visione Giovani si conferma preziosa dal profilo della prevenzione. È un’antenna sul territorio, coordinata dall’ispettore Mauro Mantovani. La casistica presa in esame spazia dal bullismo al consumo di alcol e stupefacenti tra gli adolescenti, dal disagio a situazioni di liti familiari. Il dialogo con ragazzi e genitori e il lavoro di rete sono i pilastri dell’attività portata avanti a Chiasso e nella cintura. Il caso “Blue Whale”? In Ticino, ha osservato Mantovani, non vi sono riscontri, ma si tratta di fenomeni da monitorare.
Videosorveglianza: risultati soddisfacenti
Sono una quarantina le videocamere che sorvegliano il territorio chiassese. In due anni la rete sarà interamente completata. “Un investimento pagante per la sicurezza” ha puntualizzato Poncini. Grazie a questi occhi virtuali sono stati risolti casi di vandalismi, danneggiamenti, ma è stato anche possibile identificare persone ricercate. E il discorso si amplia ai Comuni convenzionati. Morbio Inferiore sta già stipulando un accordo.
I furti sono diminuiti
Quello dei furti e delle rapine è un tema sensibile, poiché tocca la popolazione nell’intimo. La buona notizia è che il numero dei furti commessi è calato del 16% nel corso dell’anno passato. I reati, nella loro globalità, nei Comuni convenzionati sono aumentati del 2%, in tutta la Regione I del 4%.
Il comandante si è soffermato sugli interventi per accattonaggio che hanno riguardato 12 maggiorenni e 3 minorenni, provenienti quest’ultimi dai campi nomadi del Nord Italia. Gli agenti sono dovuti intervenire invece una sola volta in relazione all’infrazione alla Legge sulla dissimulazione del volto, nei confronti di una donna coperta dal burqua.
Un altro dato, specchio dei tempi, concerne l’aumento esponenziale dell’impegno legato alla consegna dei precetti amministrativi.