(red.) Un intervento su fondi privati condotto dal Cantone e uno su fondi in parte pubblici e privati promosso dalla Città di Mendrisio per valorizzare la natura in ambienti palustri, entrambi andati in porto in queste settimane. Il primo riguarda la riattivazione di una bolla, situata a Rancate, in località Pavù-Ronco, poco sopra la deviazione della strada per il Barozzo, ai piedi di un grande vigneto. Il secondo è stato messo in opera a ridosso della dogana di Arzo, in località Pavù. Qui i lavori hanno avuto l’obiettivo di valorizzare un biotopo considerato nel Piano regolatore cittadino, spiega il vice direttore dell’Ufficio tecnico arch. Mario Briccola; il luogo è pure indicato nell’inventario cantonale dei siti per la riproduzione degli anfibi per essere la dimora di almeno tre specie, la rana di lataste, la raganella italiana e altre rane rosse; sono pure stati costruiti un sentiero di collegamento tra via Murinell e Via R. Rossi, grazie al ripristino di un sentiero esistente, e una piattaforma per l’osservazione dei due piccoli stagni “nati” dopo altrettanti scavi. L’intervento, su una superficie complessiva di 5 mila mq, che ha incluso anche la messa a dimora di 11 specie arboree, è stato coordinato da David Mutti, maestro giardiniere, responsabile del settore del verde cittadino, progettato dallo studio Oikos 2000 Consulenza e ingegneria ambientale e realizzato dalla ditta di lavori forestali Stefano Piotti.
A Rancate è stata invece stata realizzata la seconda parte di un intervento che lo scorso anno aveva toccato la strada cantonale, sotto la quale erano stati predisposti due tunnel e le relative barriere di contenimento per il passaggio degli anfibi, affinché non morissero sotto le gomme mentre andavano a riprodursi nei luoghi umidi al di qua e al di là della strada. Qualche mese fa, ai piedi del grande vigneto situato sopra il Barozzo, è stato visto all’opera un trax, non senza sorpresa e qualche apprensione; subito dopo, lo scavo è stato impermeabilizzato. Ora lo specchio d’acqua è tornato a nuova vita e a svolgere la sua funzione ecologica originaria. In precedenza lo stagno aveva problemi di impermeabilità e non era visibile. La maggior parte dei biotopi inventariati, come quelli considerati in questo servizio, non sono su fondi pubblici ma privati; il vincolo di protezione e di valorizzazione è esercitato dall’ente pubblico, con i relativi finanziamenti.
La bolla di Rancate figurava in questi inventari ma aveva un problema: lo squilibrio idrico. Nel periodo della riproduzione, in caso di siccità, rospi e rane non trovavano più l’habitat ideale e con il tempo la popolazione degli anfibi si riduceva. I lavori – predisposti dall’Ufficio natura e paesaggio e condotti dalla ditta Eco 2000 in collaborazione con lo studio di consulenze ambientali Maddalena e associati, di Gordevio – hanno permesso di riattivare l’equilibrio idrico; i girini, che erano nati qualche settimana fa, appena ultimato lo stagno, ora sono già diventati rane e l’antica bolla è dunque tornata a svolgere la sua… missione.Un contributo in più al mantenimento delle specie di anfibi che popolano la zona della Montagna, e che scelgono il luogo che meglio li soddisfa nei vari momenti della loro vita, raggiungendo – o abbandonando – Vigna, Pre Murin, Segurida, Pavù, Ronco…
I proprietari del fondo sono fiduciosi nel buon comportamento dei cittadini; un avviso posto ai bordi dello stagno dal Cantone chiede peraltro il rispetto assoluto del biotopo rinato e dei… residenti: la rana di lataste, la rana agile, il rospo comune, la salamandra, la raganella.