AIM, privato non è una parolaccia

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(red.) AIM: lasciare le cose come sono o guardare avanti, cercando di stare al passo con i tempi che corrono, sempre più in fretta? All’immobilismo, alle letture conservatrici e ideologiche, senz’altro rispettabili, i partiti di Mendrisio rappresentati in Municipio preferiscono decisamente poter disporre degli strumenti per affrontare i cambiamenti.

Ma il popolo è sovrano e la scelta toccherà ai cittadini, neanche fra un mese, il 5 marzo: trasformare le AIM in una SA di totale proprietà e controllo comunale o rimanere  con la gestione municipalizzata. Da una parte l’intero Municipio, una larga parte del Consiglio comunale, dall’altra un fronte referendario con diversi “pezzi grossi” della politica di quasi tutti gli schieramenti.
Mercoledì, nella nuova sala conferenze del CPI, si è presentato l’intero Municipio, tranne il vicesindaco Samuel Maffi (sicurezza pubblica e istruzione), impegnato professionalmente.

Cavadini “di più ai cittadini”
Ma per il suo partito ha parlato il collega Samuele Cavadini, “a nome della sezione PLR della città e del gruppo in Consiglio comunale”. I liberali, ha ricordato Cavadini, in questi anni hanno dedicato molte energie a questo dossier, portando cambiamenti alla struttura originale del messaggio che sono stati accettati dal CC. Pensando ai suoi dicasteri, Cavadini ritiene che è sicuramente interessante avere un’AIM trasformata in SA nel settore del sostegno delle attività sportive, ricreative e culturali, “perché riusciremo a dare di più ai cittadini”.
Calderari, senza SA su di 5 punti
Sul medesimo piano, quello economico, ha insistito Piermaria Calderari (dicasteri finanze e pianificazione). È vero che l’operazione legata alla trasformazione in SA, attraverso la rivalutazione a bilancio del valore delle reti, non è la ricetta per migliorare le finanze del Comune; ma in questo modo le AIM saranno più efficienti. Senza SA, in ogni caso, il moltiplicatore matematico ormai vicino all’80%, salirà di 4-5 punti.

Caverzasio, “padroni ancora noi”
L’appoggio “completo e unanime” del gruppo Lega-UDC-Indipendenti è stato portato da Daniele Caverzasio, titolare del dicastero costruzioni: “i padroni delle AIM saremo ancora noi, il Comune e i cittadini” ha detto Caverzasio, difendendo il diritto privato con cui agiscono oggi diversi enti pubblici, come il SACD, poiché il loro obiettivo è quello di una buona ed oculata gestione dei soldi pubblici.

Croci, la questione del mercato libero
Il sindaco ricorda che già vent’anni fa fu condotto uno studio che concluse nella direzione del cambiamento delle AIM in una SA; ma il Municipio di allora preferì lasciar stare. Sono trascorsi due decenni e il quadro commerciale è ben diverso: oggi 40% dell’energia distribuita, nel progressivo regime di libero mercato, può essere tema di trattativa di mercato da parte dell’utente. “Vogliamo che le AIM restino un’azienda forte, con tariffe competitive; c’è il rischio di perdere per strada il 40% della distribuzione”, ha detto Carlo Croci, che ha poi spostato l’attenzione sulle finanze: il beneficio recato dalla trasformazione inciderà in modo positivo sulle finanze, dopo la partenza del gruppo Armani, “ma questo è secondario”, rispetto all’importanza delle nuove strategie commerciali.

Romano, le AIL si prendono i tetti
Lo sanno bene i quadri delle AIM quanto sia difficile trattare con i grandi clienti. “Sudiamo freddo” dice  Marco Romano, che tiene le redini del dicastero delle aziende e di quello dell’economia. Per Romano non ci sono dubbi: ci vuole maggiore operatività nel mercato libero dell’elettricità: “i vicini, come l’AGE SA e le AIL SA, sono più agili di noi”. Proprio quest’ultime stanno mettendo gli occhi sulle rinnovabili: “scusate se veniamo a prendere i vostri tetti” dicono i funzionari luganesi. Il consorzio depurazione di Mendrisio deve cambiare il cogeneratore, utilizzando il solare; non andrà di sicuro a trattare con Lugano ma intanto il progetto è fermo, in attesa della votazione del 5 marzo. E a chi teme il nuovo assetto delle municipalizzate, Romano spiega che altri enti pubblici lavorano da anni con il diritto privato: il Servizio ambulanza del Mendrisiotto (SAM) e il Servizio di cure a domicililio SACD, per esempio. Ed è “strumentale” tirare in ballo le Ferrovie e la Posta, che da quando sono SA fanno il bello e il brutto: “l’approvvigionamento di energia elettrica dipende ben poco dal comportamento dei cittadini e dalle nuove abitudini” con cui la Posta, per esempio, motiva la chiusura degli uffici postali: “dell’energia tutti avranno sempre bisogno”.

Giorgio Comi, SA strumento di lavoro
“Per me la SA è uno strumento di lavoro” specifica Giorgio Comi (dicastero politiche sociali) che si trova in una “posizione diversa” rispetto agli altri colleghi. Infatti “la mia area politica chiede ai cittadini di prendere posizione”. Ma Comi, parlando della sua esperienza di presidenza del SACD, spiega che oggi tutti e 6 gli enti pubblici che si occupano di cure a domicilio lavorano come associazione, di diritto privato, e non più come consorzi; metà degli utenti ticinesi ne usufruisce; l’altra metà è seguita dagli spitex privati. “La privatizzazione non è pessima. È il miglior strumento oggi per salvaguardare 46 posti di lavoro”, conclude il muncipale di Insieme a Sinistra.