
(p.z.) La chiesa romanica di San Vigilio a Rovio verrà restaurata. Considerato un gioiello sia per la sua antichità, sia per le sue caratteristiche artistico-architettoniche, l’edificio religioso è molto amato per la posizione di assoluto pregio dalla quale svetta: fiero sotto il massiccio del Monte Generoso e con una vista mozzafiato su tutto il Mendrisiotto.
Per molti locali e turisti è un luogo di svago e di pace ma anche di ricarica energetica. L’hanno capito anche i rondoni che – di buona stagione – vi si accomodano fra uno e l’altro dei loro spettacolari voli. “Sì, sto per consegnare all’Ufficio Beni culturali di Bellinzona la mia tesi storico-artistica e di ricerca scientifica sulla Chiesa di San Vigilio a Rovio” conferma Annalisa Scapin, professoressa di origini venete che studia e lavora in Ticino dal 2010. Laureata in conservazione dei beni culturali a Ravenna, ha conseguito il Master di Lingua, letteratura e civiltà italiana dell’USI. Di recente, Annalisa Scapin si è specializzata in beni storico-artistici all’Università di Bologna, proprio con la tesi su San Vigilio che andrà a costituire la base per le valutazioni dell’Ufficio Beni culturali del Cantone in vista di un intervento conservativo sull’edificio d’epoca romanica (XI secolo) che sorge sulla collina ad ovest del paese. Ai piedi del Monte Generoso intanto, il Consiglio parrocchiale di Rovio, attende a sua volta che – valutata la tesi – il Cantone prenda una posizione sul tipo di intervento da eseguire. Quindi è vostra intenzione procedere con un restauro della chiesetta? “Sì – annuisce Renato Della Torre, segretario del Consiglio parrocchiale – l’obiettivo è condiviso ma sarà un intervento da concertare con il Cantone e ancora non conosciamo né quella che sarà la sua forma, né la sua portata finanziaria”. Alla prospettiva di mettere in cantiere un intervento conservativo, aveva accennato Renato Della Torre durante la serata sulla storia antica di San Vigilio, organizzata dal Circolo di cultura di Rovio e dintorni lo scorso 15 ottobre. Fra le mura dell’Oratorio stesso, il pubblico aveva seguito con interesse la relazione della professoressa che – fra l’altro – aveva messo in evidenza la posizione importante di San Vigilio nelle vie di comunicazione degli anni 1000, quale collegamento con la Valle d’Intelvi. Ma torniamo alle caratteristiche artistico-architetoniche della chiesa. Il muro esterno della cappella è decorato da lesene ed arcatelle cieche. L’interno ad una navata racchiude nell’abside preziosi e solenni affreschi d’ispirazione bizantina raffiguranti una “Majestas Domini”, una Madonna e gli Apostoli (prima metà del Trecento).
L’idea di studiare la chiesa di San Vigilio a Rovio è nata con l’obiettivo di approfondire le caratteristiche del dipinto absidale di San Vigilio, ma in breve si è trasformata in un approfondimento multidisciplinare: la storia medievale del Ticino, i percorsi iconografici degli artisti lombardi, lo studio sulla geografia sociale e il recupero delle vicende riguardanti il resturo nel XX secolo sono i filoni di ricerca seguiti che hanno dato modo di tessere una tela di indagini su una delle tracce artistiche più antiche della Svizzera.